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Quarte

Quarte s.f., s.m., agg. = parte, quarto

1) Quarte s.m. = Parte s.m. – Zona, luogo, territorio, regione, direzione, impeto, impulso.

A quale quarte si jüte a javeté = In che parte sei andato ad abitare?
A quale quarte ‘mma jì? = In che direzione dobbiamo andare?
Jìsse jì venüte au quarte müje = Lui è venuto dalla parte mia, verso di me.

2) Quarto agg. – Numerale ordinale. In una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero 4.
Javetéme au quarte piéne = Abitiamo al quarto piano.

3) Quarte agg.– Al maschile ha valore frazionario. Ognuna delle quattro parti in cui si suddivide qlco.

Hamme tagghjéte ‘a pizze e ce sume pigghjéte ‘nu quarte a tèste (pedüne). = Abbiamo diviso la pizza e ci siamo presi un quarto ciascuno.

4) Quarte agg. – Al femminile indica una misura di capacità di litro o di peso di 250 ml o g.

‘Na quarte de latte = Un quarto (di litro) di latte.
‘Na quarte de péne = Un quarto (di chilogrammo) di pane.

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Quàccheccöse

Quàcchecöse agg. = Qualcosa, Squisito

Pronunciato staccato significa “qualche cosa”, “qualcosa”:
Attjinde, avèsse da capeté quàcche cöse! = Attento, dovesse capitare qualche cosa (di spiacevole).

Pronunciato tutto d’un fiato, è un bell’aggettivo qualificativo: per la lodata stringatezza del nostro dialetto, sintetizza le eccellenti qualità qlco.

Ed esempio decanta la qualità di un vino, la gradevolezza di uno spettacolo, il gusto di un maricaretto, l’eleganza di un vestito, ecc.

Va vüte ‘u tiétre stasöre, fànne ‘na cummèdje ‘ndialètte ca jì quacchecöse! = Vai a teatro stasera, danno una commedia in diletto che è spassosissima. Come dire che è qualcosa di eccezionale.

Ziàneme m’ho fatte assapré ‘na ciambòtte ca jöve quacchecöse! =Mia zia mi ha fatto asaporare una zuppa di pesce che era qualcosa di sublime.

Assàgge ‘stu resòlje: jì ‘na quaccheccöse! = Assaggia questo liquore (fatto in casa): è squisito.

Agghje mangéte ‘u geléte de Tumasüne: jì pròprje quaccheccöse! = Ho mangiato il gelato di Tommasino: è gustoso (o prelibato, ghiotto, delizioso, gradevole, ottimo, a scelta, tanto è veramente buono)

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Purcìgne

Purcigne agg. = maialesco, porcino, tipico del suino.

Era usato principalmente come aggettivo per definire un occhio piccolo e tondo.

Capitava che i bimbi si ostinassero a rimanere svegli mentre il sonno li assaliva.

Vàtte cùleche, ch’à fatte l’ucchje purcìgne = Vatti a coricare, non ti accorgi di averfatto gli occhi piccoli e rotondi (per il sonno) come quelli dei maiali.

Qualcuno dice anche purcjille = porcellino. Agghje fàtte l’ucchje d’u purcjille = Ho gli occhi assonnati (piccoli e tondi come quelli del maialino).

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Puniüse

Puniüse agg., s.m.= Puntiglioso

Chi o che mostra sempre ostinazione, caparbietà, contestazione per partito preso.

Difficilmente cambia parere, convinto della bontà delle proprie scelte o opinioni.

Credo che derivi dal latino in pugnare = impugnare, nel senso giuridico di combattere contro. Potrebbe anche derivare da ‘opinione’, nel senso che il soggetto non cambia il suo modo di vedere, è fedele alla sua opinione.

Sinonimo: pruffidjüse

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Presciannjìlle

Presciannjìlle agg. = gioioso

Pieno di gioia, di allegria.

Al femminile fa Presciannèlle 

Guardàtele a jèsse: tutta presciannèlle! = Osservatela, lei, tutta gioiosa.

La scia si pronuncia leggera, quasi come la je francese.

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Prescéte

Prescéte agg. = Contento, allegro, lieto, gaio, soddisfatto

Vüte a jìsse, sté tutte prescéte ca c’jì fedanzéte! = Guardalo, è tutto contento ché si è fidanzato!

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Pruffedjüse

Pruffedjüse s.m. = Contestatore, litigioso, biasimatore, cavilloso.

Puntiglioso, testardo, cocciuto, che mostra ostinazione, caparbietà per partito preso. Anche litigioso, perché presume che solo le sue idee siano quelle valide.

Persona incontentabile, che trova sempre difetti nelle azioni e nei ragionamenti altrui. Non è costruttivo.

Insomma è meglio stare  alla larga da costui.

Deriva dal verbo pruffedjé = ostinarsi nelle proprie idee, e anche dal sostantivo pruffìdje = cocciutaggine, ostinazione, puntiglio, caparbietà.

Nulla a che vedere con il termine italiano “perfidia” con cui ha solo un’assonanza, dal significato  = malignità, malvagità, cattivera.

Vattì, ‘stu pruffedjüse, te pigghje pe chépe e mjine muzzeche, te pigghje pe cöte e mjine càvece…= Vattene via, questo contestatore: ti prendo per la testa e dà i morsi, ti prendo per la coda e sferri calci…

Al femminile fa pruffedjöse.

Sinonimi:
zellüse (f. zellöse) = cavilloso/a
mbettüse (f.mbettöse) = presuntuoso, sprezzante.
punjüse (f. punjöse)= ostinato/a, irremovibile.

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Pèsele

Pèsele-pèsele agg. = Intatto

Intero, intonso, indiviso, intatto, indenne.

Hanne sfusséte ‘u mùrte: l’hanno truéte pèsele-pèsele. = Hanno riesumato il cadavere e lo hanno trovato intatto.

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Pesciacchjére

Pesciacchjére s.inv. = Piscione/a

Persona che orina spesso e in abbondanza.

Conoscete già il termine pesciacchje = urina dl quale deriva.

Mia nonna diceva sempre: Sanda Catarüne pesciacchjére, usando il termine quale aggettivo riferito alla Santa.

La festività di Santa Caterina cade il 24 novembre, in autunno, ossia nel pieno della stagione delle piogge. Quindi associava quella data alle immancabili (o meglio: alle desiderate) piogge.

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Peccenìnne

Peccenìnne agg. = Piccolo, piccino

Di dimensioni inferiori a quella che si presume normale.

Riferito alle persone di età giovanissima. Bambini, pre adolescenti.

Al femminile fa peccenènne

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