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Sciabbècche

Sciabbècche agg. = Trasandato

Parola di origine araba: sabaqqa = persona sciatta, trasandata.

Disordinato nel vestirsi.

Giuà, te sì vestüte a cüme nu sciabbècche! = Giovanni, ti sei vestito come un barbone.

Ora si direbbe “Hai una mise casual”.

Ma l’ineleganza è anche citata nel termine “zolla-zolle

Al femminile fa “Sciabbacchètte

Canzonatura: Ninètte ‘a sciabbacchètte, ci j’ cachéte ‘u cavezunètte! = Ninetta l’inelegante, si è cacato la mutanda a boxer.

In italiano sciabecco è un’imbarcazione a vela a tre alberi, di origine araba, usata per i trasporti delle merci nell’ambito del Mediterranei nei commerci levantini.
Etimologia: Ar.pers. Sumbuk, fr. chebec, ingl. shebeck, ted. schebecke, sp. xebèque,port. xabeco o chaveco

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Sciösce

Sciösce agg = Sciatta

Persona trascurata, sozza sia negli abiti e sia nella persona. Generalmente si indicano persone di sesso femminile.

Potrebbe derivare de scescéte= scarmigliato, arruffato, scapigliato, con i capelli scomposti dal vento o non pettinati per pigrizia…..

Teoricamente si potrebbe scrivere anche Šöše, con i segni speciali dell’alfabeto, ma non me la sono sentita…..

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Scescéte

Scescéte agg.= Arruffato, scompigliato.

Simile a (clicca→) sceddjéte

Aggettivo riferito a capigliatura scarmigliata, oltremodo in disordine, per trasandatezza, o per la forte ventilazione, o per altra causa.

Tènghe ‘i capìlle scescéte = Ho i capelli spettinati
Luciüje, ch’jì succjisse? Stè tutta scescéte =  Lucia, che È successo? Sei tutta scarmigliata, arruffata.

Anche i vestiti raffazzonati, stropicciati diconsi scescéte.
Credo che derivi da questo aggettivo il sostantivo (clicca→) sciösce

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Scemunüte

Scemunüte agg., s.m. = Idiota

Persona con poco cervello, scimunito, andato di testa, rincitrullito, rintronato, rincoglionito

Si diceva anche ‘nzallanüte, con un termine napoletano da noi passato nel dimenticatoio.

Madònne e cumm’agghja fè ca stù marüte müje alla vecchiéje c’jì scemunüte apprjiss’i fèmmene! = Madonna, come devo fare ché questo marito mio alla vecchiaia si è rincitrullito dietro alle donne.

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Sceléte

 Sceléte agg = Ghiacciato, uomo impotente, donna infeconda.

Quando un uomo è affetto da impotenza sessuale, senza ricorrere a tante spiegazioni scientifiche, lo si classificava sceléte = freddo, gelido.

L’aggettivo è pronunciato ironicamente in un dialetto un po’ forzato, nel senso che si dovrebbe dire geléte, non sceléte, come ad esempio si dice a Mattinata.

Il popolino non faceva distinzioni tra impotentia coeundi e impotentia generandi, come è comtemplato dalla Giurisprudenza per descrivere questo problema maschile.

Ai tempi delle nostre nonne se l’uomo non faceva avances lo si etichettava subito così, frigido, come le donne insensibili agli stimoli sessuali.

Quando il poveretto capitava in un luogo dove c’erano anche le donzelle, in una sala da ballo, ad una festa, ecc. le ragazze si scambiavano occhiate significative e sorrisini beffardi.

Magari il malcapitato era solo timido e impacciato, senza alcuna difficoltà di erezione…

Credo che il termine vada bene anche per descrivere una donna notoriamente sterile o solo con scarso seno.

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Scelebbréte

Scelebbréte agg. e s.m. =Squilibrato

Lo squilibrio in questo caso è esclusivamente mentale. Definisce un soggetto psichicamente compromesso.

Il soggetto che dà segni di squilibrio mentale dai ragazzi di oggi viene sommariamente definito con un eufemismo, ossia “esaurito”.
Non sono medico ma presumo che alcune cause (lutti, debiti, divorzi, trasferimenti, disoccupazione…) possono  essere scatenanti in una persona  caratterialmente fragile.

Credo che l’origine del termine sia “cervello” inteso come cerebro, con il prefisso “s” privativo negativo: s-cerebro = senza cervello, decerebrato, quindi senza intelletto.

Ammesso che si possa dire, in italiano suonerebbe “scerebrato”.

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Sceddjéte

Sceddjéte agg. = Scarmigliato

Relativo specificamente allo stato della pettinatura.
Scapigliato, arruffato, spettinato.

Insomma la capigliatura è fuori posto, urge un pettine!

La causa può essere il vento, la trascuratezza personale, una lotta corpo a corpo, una notte di sesso, una prestazione sportiva, ecc.

È sinonimo di (clicca→) scescéte.

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Sceddechéte

Sceddechéte s.f.= Folata, ventata, convulsione

1) Sceddechéte s.f. – Descrive una folata improvvisa di vento abbastanza intensa da fare stormire gli alberi o addirittura far rovesciare le imbarcazioni. Sin: ruffeléte = raffica (di vento, non di mitraglia…).

2) Sceddechéte s.f. – Fase convulsiva che fa contrarre e rilasciare velocemente i muscoli interessati. In questo caso il termine proviene dal verbo sceddeché = agitare le ali (scìdde, o scìlle) [*], ma non in volo.

Il movimento frenetico delle ali di un volatile, che tra l’altro crea ventilazione, mi fa venire a mente quando mia madre uccideva il galluccio recidendogli la carotide.   La bestiola dapprima sceddecöve velocemente, e successivamente rallentava sempre più i suoi  spasmi alari.
Sinonimo: strìseme = convulsioni.

3) Sceddechéte agg. – Malridotto. Scherzosamente descrive qlcn che decisamente non è in buona forma fisica o mentale. Ha perso smalto, brio o vigore, come un galletto abbacchiato, dopo aver sbattuto a lungo le ali ed ha esaurito le forze. Accostatelo all’esempio del galluccio del punto precedente.

[*] Nota linguistica:
Moltissimi termini che nella prima metà del ‘900 terminavano in -dde (cepodde, cavadde, cappjidde, jaddüne, ecc.) nella parlata odierna vengono pronunciati con la finale in -lle (cepolle, cavalle, jallüne…) ad eccezione di jaddenére che ha mantenuto la forma originale..

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Scapecerréte

Scapecerréte agg. = Scapestrato

Scapestrato, ribelle, agitato.

Significa anche scarmigliato, scompigliato, trafelato, scapigliato, scomposto.

Spettinato a causa del vento; scomposto a causa di una fatica o di un litigio

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Scaleméte

Scaleméte agg. = Scalmanato

In italiano l’aggettivo si riferisce qlcu che si butta con foga a fare qlco con un comportamento esagitato ed eccessivo.

In dialetto si riferisce specificamente solo al modo di mangiare con avidità e ingordigia, in fretta e senza soste, come se si fosse affamati molti giorni.

Insomma non è per niente calmo.

Presumo che scaleméte deriva da “scalmo”, caviglia di ferro piantato sul bordo di un battello a remi per servire di appoggio o di punto fisso al remo. Io immagino che ‘scalmanato’, inteso come sostantivo, sia quel rematore così esagitato da far sfilare i remi dagli scalmi del suo natante. Ovviamente prendetela con le pinze, perché l’etimologia da me attribuita al termine è del tutto fantasiosa e priva di ogni fondamento filologico.

Mi piace tuttavia immaginare una persona che non vede l’ora di toccare terra con la sua barchetta, e dà di remi con tutte le sue forze per giungere a casa a riempirsi lo stomaco…

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