Škòppe

Škòppe o Šcòppe topon. = Siponto

Forse questo nome non si usa più. Indica il luogo ove sorgeva l’antica città di Siponto, sommersa dai maremoto e dall’impaludamento del territorio nel corso dei secoli.

Esattamente è la zona della Pineta ove sono ubicati gli ipogei, nei pressi del “fiume” a ridosso del lido, valorizzati in epoca fascista durante i lavori di bonifica.

Secondo le persone anziane interpellate, il nome deriva dal fatto che il luogo si trova a “un tiro di schioppo” dalla ‘Nuova Siponto’ come la nominarono senza fortuna gli Angioini (Carlo I D’Angiò/d’Anjou, 1226-1285) in spregio allo Svevo fondatore della nostra città (Manfredi di Hohenstaufen,1232-1266, figlio dell’Imperatore Federico II).

Il lettore Salvatore Rinaldi – che ringrazio di cuore pubblicamente – dà una interpretazione che non lascia dubbi , che qui trascrivo senza aggiungere nemmeno una virgola:

«Il nome della località “Scoppa” deriva semplicemente, come spesso accade, dal nome di un antico proprietario del posto. In una pianta topografica del “Fondo Palude di Siponto” del 1841 vengono indicati un “Orto Scoppa” ed un “Casino Scoppa” (questo peraltro è l’unico fabbricato ad essere riportato nella zona oltre alla “Chiesa di Siponto” e a qualche rudere in riva al mare indicato come “Antica Posta”). Ma quel che più fa chiarezza è che in un altra pianta del 1854 quell’orto è indicato proprio come “Orto degli eredi di Scoppa”. Quindi non credo ci siano dubbi circa l’origine del toponimo.
La pronuncia “škòppe” e non “scoppe”, potrebbe essere dovuta al fatto che il proprietario di quell’orto fosse di origini campane (dato che ancora oggi Scoppa o Schioppa è un cognome presente prevalentemente in Campania ed in particolare in provincia di Napoli) e che il suo nome venisse pronunciato dai nostri compaesani, ironicamente per imitare la sua parlata, con la “šk” tipica napoletana.»

A conferma pubblico la Mappa  del 1892 [particolare ingrandito e intera]  ove è evidenziato l’Orto degli eredi di Scoppa.

(Courtesy Antonio Sorbo).

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1 Comment

  1. Non ho mai avuto dubbi sull’origine del nome, come ben argomentata da Salvatore Rinaldi.


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