Pungèlle s.f. = Abitino, scapolare
Immagine sacra o reliquia che si indossa appuntata sul petto o anche, sostenuta da nastri, pendente fra le scapole. È facile capire da questo perché viene detta scapolare, come un certo paramento dei sacerdoti usato nell’antichità.
La devozione popolare, con un po’ di superstizione, aveva creato una specie di talismano, di amuleto, che doveva proteggere il neonato da ogni male: la pungèlle.
Questa era una specie di sacchetto spesso anche a forma di cuore (foto a sinistra), dentro il quale si ponevano alcune immaginette sacre, e poi cucito per tutto il suo perimetro per evitarne la fuoruscita.
Orlata e ricamata con amore dalla futura mamma, la pungèlle, era di colore rosa per le femminucce, e ovviamente celeste per i maschietti. Veniva inserita, previo bacio della mammina, tra le spire avvolgenti della fasciatura, prima dell’ultimo giro, in corrispondenza del cuoricino.
Ricordo che le pungèlle a forma di cuore venivano confezionate e cedute, in cambio di una simbolica offerta, dalle suore dell’ “Orfanotrofio Stella Maris”.
Con grande sorpresa e tenerezza qualche anno fa reperii, in fondo ad un cassetto del comò nella casa paterna, una pungèlle a forma di cuore, dal colore molto sbiadito. Sicuramente quella che mia madre usò per me, essendo io un figlio unico.
Ora non si quasi usa più perché i neonati non vengono più avvolti in fasce come una volta. Ma vi assicuro che, in quanto a protezione da malattie, funzionava meglio dell’ASL.
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