Pröta-fòrte s.f. = Soda caustica
Era in commercio a schegge solide. Chiamata “pietra forte” perché corrosiva.
Ora si vende a scaglie per sgrassare energicamente recipienti e condutture.
La pröta-fòrte, a scaglie, con dosaggio alchimistico, si comprava da Viscardo o da Rubino per “curare” le olive verdi. la “Bella di Cerignola” o “La Gande di Spagna”.
Quella grossa che ricordo io si vendeva in zolle, e serviva solo per fare in casa un mediocre sapone da bucato. Ci voleva dell’olio d’oliva non commestibile perché acido o guasto, una misteriosa polvere chiamata ‘a sapunüne = la saponina, e qualche pietra di soda caustica.
Il negoziante per pesare le zolle di soda caustica usava la molla-pinza da camino, come fossero carboni accesi.
Gli ingredienti, tranne l’olio immangiabile, che così si riciclava, si vendevano da Matteo Cassa, detto ‘u Sapunére, che aveva una piccola fabbrica di sapone da bucato in via Galileo Galilei, allora all’estremo nord di Manfredonia.
Il prodotto era del tipo “Marsiglia” di colore verde, biancastro o ambrato, con tanto di effigie di San Michele in rilievo. Molto conosciuto all’epoca, prima del sapone Sole della Panigal.
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