U patrüne ‘u mulüne loc.id. = Il proprietario del mulino.
Per i non manfredoniani e per le nuove generazioni questa locuzione è priva di significato.
In pratica il “padrone del mulino” non poteva essere che il cav.Vincenzo D’Onofrio, notissimo pioniere industriale, titolare del celeberrimo “Molino e Pastificio D’Onofrio & Longo”, ritenuto l’uomo più ricco di Manfredonia negli anni ’30-40, nonché compositore cultore e mecenate della musica, avendo a proprie spese finanziato una Orchestra filarmonica composta da elementi locali.
Quindi il significato della locuzione è un aggettivo che vale: ricchissimo. Ma era affibbiato in modo molto sarcastico, a qualcuno che chi si atteggiava a persona benestante, a qualche sprecone o a qualche spaccone che dissimulava una realtà ben più triste: Uì, jì arrevéte ‘u patrüne ‘u mulüne! = Ecco è arrivato il proprietario del Mulino che può permettersi qualsiasi spesa!
–Me vògghje accatté düje quartüne: jüne pe mè e jüne p’a fìgghja möje = Voglio comprare due appartamenti: uno per me e uno per mia figlia
–Sì, jì arrevéte ‘u patrüne ‘u Mulüne… = Sì, è arrivato il Padrone del Mulino….
In alternativa si richiamava un’altra figura equipollente: ‘u rìcche Pelöne = il ricco Epulone, citato nel Vangelo da Gesù in una parabola, in un indissolubile binomio con il mendico Lazzaro.
Sté sèmbe ‘nand’u cafè d’Aulüse: jòffre a tutte quànde. M’assemègghje a ‘u rìcche Pelöne (o anche m’assemègghje a ‘u patrüne ‘u Mulüne)= Sta sempre davanti al Bar Aulisa: e offre (consumazioni) a tutti. Mi sembra il ricco Epulone (o il Padrone del Mulino D’Onofrio).
Per altro il comm. D’Onofrio non amava frequentare bar o luoghi pubblici, preferendo rifugiarsi in seno alla famiglia o dedicarsi alla sua passione musicale.
Mi piace riportare questa riflessione dell’avv. Enzo D’Onofrio sull’omonimo suo nonno, il Comm. Vincenzo D’Onofrio.
«Certamente la vox populi ha alimentato il mito de “’u patrüne ‘u mulüne”, volendo significare – anche per rispetto – che il D’Onofrio era una persona generosa, sempre pronta ad aiutare i bisognosi, in particolare nei tormentati periodi delle due guerre.
Benestante, ma non certo ricchissimo! Il D’Onofrio era una persona riservata, discreta, non certo autoreferenziale, non partecipava a manifestazioni pubbliche, profondamente appassionato e legato alla musica.»
Il comm. Vincenzo D’Onofrio e il Premiato Mulino e Pastificio “D’Onofrio & Longo” negli anni ’40
Foto Umberto Valente
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