Mustazze s.m. = baffi, mustacchi
Dal francese moustaches (pronuncia mustaš).
L’insieme dei peli che crescono sopra ciascun lato del labbro superiore dell’uomo e ahimè anche su quello di alcune donne ipertricose.
Consolatevi ragazze, perché “la donna baffuta è sempre piaciuta”!
In dialetto si intendono sempre al plurale, come forbici, pinze, occhiali, ecc.: ‘i mustazze.
In italiano si usa al singolare nella locuzione familiare “mi fa un baffo” = non me ne importa niente, non mi turba affatto. O quando proprio si vuole specificare: il baffo destro, o il baffo sinistro.
Dall’epoca della guerra fredda, seguendo lo slogan invocativo dei comunisti romani (Ha da venì Baffone!), è entrato nell’uso il termine bafföne per designare il gran baffuto Stalin che nell’immaginario popolare, come un inflessibile castigamatti, avrebbe “messo le cose a posto”.
Sulla scorta di ciò ho sentito dire anche baffètte per indicare quelli sottili ed eleganti come quelli di Errol Flynn (foto). O anche quelli inquietanti di Adolf Hitler o quelli simpatici di Charlie Chaplin (Charlot), o di Oliver Hardy (Ollio)
Temo che mustazze sia un termine quasi desueto. Si usa solo per evidenziare quelli belli imponenti e corposi.
In effetti riconosco che è più semplice usare baffe, baffette, bafföne, baffüne, termini ormai entrati di prepotenza nel nostro dialetto.
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