Manopàtte s.m. = Monopattino
un manubrio, che si aziona restando dritti con un piede sulla pedana e spingendo con l’altro a terra.
L’immagine mostra uno molto ben rifinito.
Quello fatto da noi invece era molto rustico e spartano.
La pedana e il manubrio erano connessi per mezzo della ferratüre, ossia uno snodo con spinotto a occhiello, per congiungere l’asse verticale con quello orizzontale, e consentire la sterzata.
Sfilato lo spinotto i due assi si potevano sovrapporre per ridurre l’ingombro quando lo si riponeva in casa.
Il monopattino di legno della nostra generazione (1947-1950), rigorosamente costruito con le nostre mani. aveva le ruote formate da cuscinetti a sfera “sballati”, scartati dai meccanici perché logori
Mio padre, che era fabbro, mi costruì una ferratüre metallica che congiungeva le assi senza bisogno del consueto tacchetto di legno a supporto.
‘U manopàtte, ci impegnava in memorabili spericolate gare di velocità sull’asfalto liscio della discesa di Via del Seminario. Alcuni lo facevano sdraiati sulla (clicca qui→) cariöle.
Se nessuno di noi ci ha rimesso la pelle, bisogna convincersi che esiste davvero l’Angelo Custode dei bambini. Per noi si è particolarmente impegnato dimostrando competenza ed efficacia!
Ogni tanto tornavamo a casa con abrasioni ad un ginocchio o ad un gomito a causa delle rovinose cadute…
Bisognava tacere e nascondere la ferita, altrimenti c’era pronto …il resto del carlino.
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