Furnacèlle s.f. = Fornacetta, barbecue
Contenitore metallico cilindrico a due piani, munito di due maniglie.
Su quello superiore, bucherellato, o con aperture a griglia si ponevano i carboni a bruciare.
Sul piano inferiore, per caduta, si accumulava la cenere dei carboni man mano che si consumavano.
Per consentirne lo svuotamento, la parete della fornacetta era dotata di una porticina della larghezza di una apposita paletta.
Per reggere un tegame o una padella, sul bordo superiore erano incernierati tre occhielli di ferro a forma di goccia, che si potevano ribaltare verso l’esterno quando si caricava direttamente la graticola con gli alimenti da arrostire: carne, peperoni, seppie, sardine, baccalà, ecc..
Fatta a mano dai nostri bravi artigiani lattonieri. la furnacèlle era fissata a tre piedini di ferro ad asta, verticali, di altezza variabile. Ora si trovano in commercio quelle prodotte delle industrie, rettangolari o quadrate. Pur assolvendo la stessa funzione, non hanno lo stesso fascino delle nostre
Per la grigliata la furnacèlle veniva collocata dagli abitatori dei “sottani” sul marciapiede prospiciente l’uscio, per evitare troppi fumi per casa.
In compenso, per tutta la durata della cottura, essa spargeva l’odore irresistibile delle sicce o degli sparrüne o dei pepedìnje (seppie sparroni, o peperoni) per tutta la strada, gratificando abbondantemente i nasi fini…
Ho ricordo vivissimo di questi effluvi quando ragazzotto tornavo dalla spiaggia verso casa all’ora di pranzo, e incrociavo lungo la strada due o tre furnacèlle che fumigavano deliziosamente, emanando dalla brace soavi fragranze di peperoni, o di agnello, o di cicale, o di sparroni, o di seppie arrosto!
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