Fèlle

Fèlle s.f. = Fetta.

Si tratta di un trancio di vario spessore separato con un taglio da un elemento intero.  Come: fetta di pane, di salame, di melone, ecc.

Questo sostantivo ha avuto una storia un po’ articolata….
In origine, diciamo fino al 1950, in dialetto si diceva fèdde, molto più convincente perché di suono simile a “fetta”.  Difatti fèdde o fèdda tuttora usata in tutta la Puglia e in Basilicata.

Era convinzione generale che tutti i termini che terminavano in -dde, fossero “rustici” e perciò venivano man mano e quasi automaticamente  “ingentiliti” tramutandone la desinenza in -lle.

Ad esempio mio padre, classe 1901, diceva cavàdde, cepòdde, martjidde, curtjidde = cavallo, cipolla, martello, coltello, fetta.   Ma noi, bambini alfabetizzati, passavamo  a: cavàlle, cepòlle, martjille, curtjille.
Perciò per lo stesso motivo – a torto però – fèdde è diventato fèlle.

Per imbottire un panino usiamo qualche fèlle de murtadèlle o de presótte.
Però in macelleria, per preparare gli involtini o per la cottura alla piastra, chiediamo ‘i fettüne = le fettine…(di pollo o di vitello) .
Addirittura dallo scaffale dei negozi scegliamo ‘i fètte bescuttéte. = le fette biscottate.

Come ogni lingua viva anche il nostro vernacolo subisce nel tempo una naturale evoluzione.

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