Chjüne agg. = Pieno
Al femminile fa chjöne = piena.
Subito mi viene a mente “Cozzela chjöne“, un certo Salvatore, venditore ambulante di mitili e frutti di mare, afflitto dalla malasorte, conosciutissimo fino agli anni ’60, che girava per le strade col suo carrettino a mano, lanciando il suo grido ad ogni crocicchio per attirare gli scarsi clienti (còzzela chjöne, uhé = venite, comprate le mie cozze che sono belle piene!). Poveretto finì i suoi giorni in una casa di cura.
Torniamo all’aggettivo: al plurale maschile fa sempre chjüne. Düje sìcchje chjüne d’acque= Due secchi pieni di acqua.
Al plurale femminile fa ugualmente chjöne. Tre sìcce chjöne = Tre seppie ripiene (mmmh, saprüte!).
In forma sostantivata, ‘u chjüne è il ripieno e ‘a chjöne è la piena, nel senso di inondazione.
Chjüne-chjüne, per estensione, è lo stato degli avvinazzati.
Sté chjüne chjüne = È pieno pieno (di vino).
Uso sempre il maschile perché raramente le femmine si lasciano sedurre dagli alcolici.
Quindi, chjöna-chjöna, riferito ad una donna, preferisco pensarla che è agli ultimi mesi di gravidanza, o che abbia esagerato con l’acqua di colonia.
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