Chiapparüne s.m. = Càppero
Etimo di origine arabo-persiano Al-qâbar.
Il cappero (Capparis spinosa) appartenente all’ordine delle Brassicacee, fam. Capperacee, è coltivato fin dall’antichità ed è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo.
Cresce spontanea solo sulle rupi calcaree, nelle falesie (coste rocciose con pareti a picco sul mare), su vecchie mura, formando spesso cespi con rami ricadenti lunghi anche diversi metri. Necessita di sole e di pochissima acqua.
Della pianta si consumano i boccioli, detti capperi, e più raramente i frutti, detti cucunci, a forma di piccolissimi cetriolini. Entrambi si conservano sott’olio, sotto aceto o sotto sale.
In dialetto si usa chiapparüne sia al singolare, sia al plurale.
Io ricordo anche un Montanaro con la voce squillante che, fino a pochi anni fa, vendeva i capperi per le vie di Manfredonia: “Chiapparìne, chiapparìiiiine!”
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