Chelòmbre s.m. = Fico fiorone, siconio
Frutto dell’albero di fico (Ficus carica), con corteccia grigia, fusto di legno chiaro, dalle foglie a forma di cuore e frutti a pera particolarmente gustosi.
La prima fioritura, in primavera inoltrata, produce i fichi fioroni.
A settembre c’è la seconda gettata, che è la fruttificazione vera e propria.
Notare la differenza di pronuncia della “o”:
al singolare ‘nu chelòmbre; al plurale ‘düje chelómbre.
Quando qualcuno anticamente si recava nelle piantagioni di fichidindia per espletare i suoi bisogni corporali, eufemisticamente raccontava di essere andato a farei ‘na mangéte de chelómbre = una mangiata di fioroni. Probabilmente perché una loro scorpacciata in effetti avrebbe procurato un rilassamento intestinale!
La “passeggiata”, visto che siamo in argomento, si definiva anche come ‘na spasséte [dal tedesco spazieren (leggi spasiren) = passeggiare]
Nota linguistica.
In tutta la Puglia e anche in Basilicata di usa un termine abbastanza simile, seppure adattato alla parlata delle varie località (Chelùmbre, chelummu, culumbi, chelìmme, ecc.).
Ho letto in rete:
«il fiorone è un prodotto tipico della nostra terra, ma i botanici storcerebbero il naso a sentire chiamare “frutto”, quella che in realtà è una “infiorescenza”, detta siconio o sicono».
Non voglio fare lo scienziato, ma mi sembra che il termine nostrano derivi dal greco κόρυμβος (leggi korumbos) = corimbo, ossia fiore, infiorescenza.
Ottimo. Ma, al plurale. ho sempre sentito “chelumbre”.