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Zanghètte

Zanghètte s.f. = Cianchetta, zanchetta, suacia

La cianchetta (Arnoglossus laterna) è un pesce comune nel Mediterraneo. Vive su fondali sabbiosi o melmosi.

Ha il corpo piatto,simile alle sogliole, di forma ellittica ricoperto di squame, e gli occhi piccoli molto vicini tra loro posti entrambi sul lato sinistro.

Colorazione grigio-biancastro dal lato cieco, grigio-giallastro con punteggiatura scura dal lato oculare.

Lunghezza max. circa 20 cm.

Ritenuto di scarso pregio. Per friggere le zanghètte le nostre brave massaie le infarinano e le pongono nella padella unendole due a due per evitare che – dato il loro scarso spessore –  si possano bruciare cuocendo nell’olio bollente.

Figuratamente viene paragonata a una zanghètte una ragazza molto magra.

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Zambjitte

Zambjitte s.m.= Scarpone.

Sorta di calzature da lavoro, confezionate usando vecchi pneumatici, opportunamente tagliati e sagomati e fermati con legacci.
Un po’ come i calzari usati anticamente in Ciociaria, detti appunto Ciocie, costituite da suola con fasce che avvolgono il piede e i polpacci e che sono tenute ferme da due legacci che si incrociano.

Nella foto tratta dal web, si vedono questi strani calzari in versione africana, nella quale, al posto dei legacci, si vedono delle strisce incrociate forse fatti di gomma.

I zambjitte erano usati dai pastori e dai contadini, ma talvolta anche dai muratori, nell’immediato dopoguerra, allorquando la vita era grama per tutti, e un paio di scarpe da lavoro purtroppo non era alla portata di tutti.

Ritengo che il termine derivi dello spagnolo zapatos, cioè scarpe.

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Zajàgghje

Zajàgghje s.f. = Funicella, sagola

Grosso spago usato specificamente per far ruotare le trottole di legno. Abbinamento inscindibile: córle e zajàgghje = trottola e spago.

Usato per designare una cordicella non troppo lunga di cui si ha necessità: Dàteme ‘na zajàgghje! = Datemi una funicella

Il Prof. Michele Ciliberti (che ringrazio per l’imbeccata) asserisce che zajagghje deriva dal berbero “zagaja” che significa “fettuccia”, “cordicella”.

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Zah!

Zàh! escl. = Pussa via!

Espressione scherzosa usata per allontanare animali, specie o cani.

Scherzosamente mia suocera, quando voleva che qualcuno stesse alla larga, anche solo figuratamente, usava dire, imitando una parlata streuse:
Zah!, fà cchiù llà…, sò segnöra e nen me voglio alzà!

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Zeremìnghe

Zeremìnghe s.m. = Chiavistello

È accettata anche la forma zeremìcchje.

Si tratta di un’asta metallica scorrevole, fissata verticalmente dietro l’anta di una porta, in modo che possa essere manovrata dall’interno.

In alto il chiavistello termina con un gancio piegato di 90° rispetto all’asse scorrevole.

Detto gancio, manovrato dal basso, si solleva e ruotando sul suo asse si inserisce in un occhiello piantato al soffitto in modo da tenere l’infisso nella posizione voluta (tutto aperto o tutto chiuso).

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Zellàrece

Zellàrece v.int. = Imbrattarsi

Accettabile anche la versione “soft”  zelàrece. Ma togliendo una “l” non si riduce il danno….

Specificamente il verbo si usa nel caso qualcuno, nel tentativo di liberarsi dei gas intestinali, malauguratamente emette un po’ di sostanza solida….

Per minimizzare il danno, eufemisticamente si dice:“c’jì zelléte ‘u mutànde” = si è insozzato la mutanda.

Nel caso la “zelléte” = la lordura, fosse più sostanziosa, esplicitamente si dice che “c’jì cachéte sòtte!”

Meh, te sì zeléte? = Ehi, ma per lo sforzo ti sei sporcato?

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