Il termine deriva dal lat. bacinum.
Catino, bacile, bacinella: recipiente per liquidi, largo, poco profondo, di uso domestico.
L’oggetto era sostenuto da un trabiccolo di ferro battuto chiamato pöte-uaciüle = porta-catino.
Anticamente era in rame e aveva un uso liturgico (come acquasantiera, o per abluzioni rituali, o per somministrare il Battesimo).
Quelli di uso corrente erano di ferro smaltato. Io ne ho visti di creta smaltata, della stessa pasta i piatti, e anche di porcellana fine.
Ora li fanno di pura plastica Moplen, ma nessuno li usa più, nemmeno per lavare il culetto ai neonati, perché in casa fortunata.
Mi hanno chiesto se la parola uaciüle reca già l’articolo accorpato al sostantivo.
Urge una nota linguistica. Veramente si dovrebbe dire ‘u vaciüle, accettabile anche ‘u uaciüle (non ‘u aciüle) quindi l’articolo non è accorpato, ma è la pronuncia che trasferisce la ‘u’ dell’articolo trasformando la consonante iniziale.
Faccio un esempio, ‘guanto’ si traduce in guànde, ma con l’articolo è ‘u uànde.