Scazzamurjille s.m. = Gnomo, folletto
È nella credenza popolare un dispettoso spiritello domestico.
Si dice che costui di notte si pone sullo stomaco del dormiente e lo opprime, divertendosi delle sue sofferenze.
Se il malcapitato riesce a rubargli il copricapo rosso, il folletto piange e ne implora la restituzione. In cambio è disposto a dare un bel po’ di monete d’oro. Quelli che fortunatamente ci sono riusciti…sono rimasti ovviamente anonimi.
Questo quadro di Johann Heinrich Füssli ( Fuseli – 1781, Detroit Institute of Arts. fonte Wikipedia) intitolato “L’incubo” rappresenta proprio un pesante gnomo seduto sullo stomaco della fanciulla .
Io credo che il peso sullo stomaco era causato dal piattone di erbe campestri cucinate con abbondante aglio soffritto.
In Abruzzo è chiamato Mazzamurièlle. In Basilicata lo chiamano lu munacìdde, il fraticello, il monachino e tutti hanno gli stessi atteggiamenti di quello pugliese.
Riporto qui un brano della famosa giornalista Matilde Serao (Leggende napoletane 1881, Ed. Sarago).: «Chiedete ad un vecchio, ad una fanciulla, ad una madre, ad un uomo, ad un bambino se veramente questo munaciello esiste e scorrazza per le case. Vi faranno un brutto volto, come lo farebbero a chi offende la fede. E ti va bene che non finisci sgarrupato». A Napoli lo chiamano “munaciello”, che sarebbe “il monaco con l’uccello” perché un poco “rattuso” e guardone di belle fanciulle e di amanti in amplesso»
Ecco i vari nomi regionali (fonte Wikipedia) (clicca→qui) affibbiati al nostro simpaticone:
- Carcaluru
- Laurieddhu
- Laùru
- Mazzamauriello
- Mazzemarille
- Monacello
- Moniceddhru
- Munaciedd
- Mnacidd
- Munachicchio
- Scarcagnulu
- Scattamurreddhru
- Scanzamurieddhru
- Scazzamauriegghiə
- Scazzamauriegghij
- Scazzamauriello
- Scazzamurrill
- Scazzambrridd
- Scazzamureggi
- Sciacuddhri
- Sciacuddhruzzi
- Tiaulicchiu
- Uru
- Urulu
Una filastrocca materana tradotta in lingua, dice:
«Monacello monacello
Fatti prendere il cappellino rosso
Che mi porterà tanta fortuna
Porterai via la mia sventura
Dal petto togli l’affanno
Dalla testa, il dolore grande.»