Categoria: S

Sulvarjille

Sulvarjille s.m.= Solutivo, risolutore

Uomo deciso, sicuro, determinato, che ha la forza e la capacità di decidere e di risolvere qls difficoltà.

Gesèppe ne jì sulvarjille accüme au fréte = Giuseppe non è solutivo come suo fratello.

Presumo che derivi dal latino solvere, sciogliere, risolvere,

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Suma’

Suma’ s.m. = Maestro, Mastro

L’appellativo suma’ era usato dagli allievi di bottega quando si rivolgevano al loro Maestro artigiano (sarto, fabbro, falegname, sellaio, muratore, lattoniere, fornaio, ecc.). Spesso costui era anche maestro di vita: con il suo esempio insegnava rispetto, onestà, correttezza. Un educatore rispettato anche quando gli allievi aprivano una loro autonoma attività.

Secondo la mia opinabile opinione è la forma contratta di “u màstre“. 

Il lettore Matteo Borgia – che ringrazio di cuore – ha formulato questa ipotesi sull’origine di suma’:
«L’attributo sua o suo è una forma di rispetto (sua signoria, sua maestà, sua santità, sua eccellenza, ecc. ecc.).
Perciò suma’ è la forma contratta di “sua maestria».

Allo stesso modo contratto, aggiungo io, si è formato surüje [contrazione di (clicca→) segnerüje] e, in siciliano, il vocativo vossia, e voscenza (vostra signoria, vostra eccellenza)

Parlandone a terzi gli allievi indicano il proprio maestro/a con: ‘u mastre müje, o ‘a mastra möje = il mio maestro, la mia maestra.

In termini generici basta ‘u mastre o ‘a mastre

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Sumasóste

Sumasóste s.f. = Indignazione, stizza

Vale qui quello che ho già scritto sul vocabolo (clicca→)  sóste.

Il termine, un po´serio e un po´faceto, è una iperbole, un accrescitivo.

Li vöne ´a sumasóste quanne fenèsce ´i segarètte! = Viene colto da un forte stato ansioso quando si accorge di aver finito le sigarette.

Provo a darmi una spiegazione su questo sostantivo, formato da due termini: suma e sóste.  La prima parte suma forse è l’adattamento di “super” e l’altra sóste = collera, stizza.

A Mattinata, per indicare una solenne incazzatura,  usano un vocabolo molto simile: sumasèste.

Il mattinatese dott. Francesco Granatiero a questo proposito  afferma: «sumasèste  corrisponde alle prime tre persone dell’indicativo del verbo essere latino: SUM ES EST, ed è come arrivare “a chi sei tu e chi sono io”.»

Dal suddetto söste deriva l’aggettivo sestüse = inquieto, nervoso.

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Summeléte

Summeléte s.f. = Polenta, semolino

Da non confondere con la polenta di mais in uso al nord d’Italia. Da noi si usava la semola macinata grossolanamente.

Piatto povero, usato specialmente d’inverno, quando le nostre nonne non avevano avuto il tempo di preparare orecchiette o pasta di casa e nella credenza non c’era da scialare…

Si faceva soffriggere in un tegame di terracotta (possibilmente sul braciere) un po’ di cipolla in olio d’oliva, poi si aggiungeva un po’ di sale e un mestolo di acqua a cranio. Quando bolliva si versava a pioggia, una manciata di semola a persona, rimestando fino alla completa cottura. Rustico, ma caldo e nutriente. Gli adulti completavano il piatto con un po’ di diavelìcchje.

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Summènde fenòcchje

Summènde fenòcchje s.f. = Semi di finocchio

Sono i semi di una pianta perenne della famiglia delle Ombrellifere (Foeniculum vulgare). Alla stessa famiglia ci sono i finocchi orticoli, e i finocchi campestri. Da questa pianta si ricavano i semi molto aromatici (detti ‘i summènde fenòcchje) dalle proprietà terapeutiche: depurative, tonico-aperitive, carminative, antispasmodiche.

A Manfredonia i semi sono usati nella preparazione dei tipici biscotti salati (‘i scavetatjille = gli scaldatelli), o per aromatizzare l’arrosto di maiale e le salsicce fresche e quelle da stagionare.

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Sunagghjére

Sunagghjére s.f. = Sonagliera

Striscia di cuoio o di tela cui sono fissati una serie di sonagli, che si pone al collo degli animali da tiro o da soma per segnalarne la presenza o il passaggio.

Il lodato vocabolario Caratù-Rinaldi lo definisce «pendente a sonagli con campanelli e bubboli (= scescelècchje←clicca) il  collare del cavallo».

Aggiunge anche: «In posti viciniori al nostro territorio, questo sonaglio è detto anche andecore forse perché viene posto sotto il cuore del cavallo dandogli la forza nel trainare il peso».

Il sostantivo andecore (o vandecore) nel Sud Italia indicava qualsiasi affezione cardiaca. Quindi il posizionamento dei sonagli era intesa come unasorta di prevenzione.

Ringrazio il dott. Rinaldi per il prezioso suggerimento.

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Sùne

Sùne s.m.= Suono

Usato sempre al plurale ‘i sùne designava solo l’orchestrina da ballo.

So’ arrevéte i sùne? = E’ giunta l’orchestrina?

Ànne mìsse ‘i sùne au festüne = Hanno chiamato l’orchestra alla festa di nozze.

Alla züte ce ballöve pi’ sùne = Alla festa di matrimonio si ballava al suono dell’orchestrina.

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Süne

Süne avv. = Sì, ma sì

Si usa come risposta affermativa diretta a una domanda o richiesta. Ha un tono abbastanza spazientito perché poco prima si era dato un’altra volta lo stesso consenso.

-Papà, m’à da purté a mére?
-Sì
 = – Babbo, mi devi portare a mare? – Sì.

-Mo ca fenèsce, jème a mére? -Sì! = Appena avrò finito andremo al mare? – Sì.

-Ma veramènde me pùrte a mére? Süne!!!= Ma davvero mi porti al mare? – ma sì!!!! (ma ti ho appena detto di sì!).

Gli Abruzzesi dicono. con la stessa intensità: scine!; i Ciociari e sine!.

Ovviamente esiste il contrario: nöne o anche nöme.

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Supèrbje

Supèrbje s.f. = Stizza, sdegno, irritazione

Non è la stessa cosa dell’italiano superbia, nel senso di smisurato orgoglio.

M’jì venuta ‘na supèrbje a sènde a ‘stu cretüne! = Mi è venuta una rabbia nel sentire questo cretino!

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Supréne

Supréne s.m. = Superiore

Specificamente si tratta di un’abitazione collocata ai piani superiori, non al piano terra.

A Mundìcchje màmme jàvete a ‘nu supréne. = Al rione Monticchio mia madre abita in un appartamento situato al piano superiore.

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