Categoria: S

Škuškenàrece

Škuškenàrece o Šcušchenàrece Scuscenàrece v.int. = Abbattersi, schiantarsi

Si usava nella forma riflessiva indicante lo schiantarsi al suolo di chi non regge un grosso peso.

C’jì Škuškenéte = Ha ceduto, non ha retto il peso.

Termine incomprensibile dai ragazzi di oggi.

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Smagnöne

Smagnöne s.m. = Segnale campestre

Di solito serve per avvertire che un frutteto o un prato o un campo è stato irrorato di anticrittogamici.

Per prudenza è meglio non coglierne frutti fino alla completa maturazione, altrimenti si rischia l’avvelenamento.

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Smanajöle

Smanajöle agg. = Estroversa, espansiva.

L’aggettivo specificamente è riferito, solo al femminile, a ragazza vivace, briosa, effervescente ma poco propensa a svolgere lavori domestici.

Non credo che si sia mai visto un ragazzo smanajùle

Insomma bella e piacevole nel divertimento, ma in casa decisamente škenèlle= scansafatiche.

Deriva certamente da smànje = smania, desiderio incontenibile, voglia impaziente…di andare a divertirsi.

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Smandullé

Smanndullé v.t. = Guastare, rendere inservibile

In italiano il verbo simile “smantellare” significa per lo più: abbattere, demolire, smontare un impianto, un palco, come anche il sinonimo “sbaraccare”.

Invece in dialetto significa per lo più rompere un oggetto, un utensile con delle parti meccaniche in movimento, come ad esempio un giocattolo, un orologio, un bambolotto, un’automobilina telecomandata, una bicicletta, ecc.

Giuànne töne l’artèche: quèdda bececlètte l’ò smandulléte tutta quande = Giovanni è irrefrebabile: quella bicicletta l’ha resa inservibile.

Ne deriva:

– Smandulléte agg. = inservibile, non funzionante, o malfunzionante.
I molle d’u ljtte sò tutte smandulléte = Le reti del letto sono totalmente insicure.

– Smandullàrece v.i. = (riferito ad oggetti inanimati) mostrarsi instabile, insicuro, pronto quasi quasi a collassarsi.
Stàtte attjinde ca ‘sta sègge ce smandullöje = Sta attento perché questa sedia è insicura e può cedere.

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Smèrle

Smèrle s.m. = Smerl

Tipo di ricamo per orli che presenta sporgenze e rientri,come le merlature delle torri di fortificazione o dei castelli.

Ritengo che l’etimo sia proprio “merlo” ,nel senso di tratto di mura nelle fortificazioni che sporge in altezza a intervalli regolari.

Uno dei primi punti che le nostre mamme andavano ad imparare dalle bravissime ricamatrici professionali.

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Smezzé

Smezzé v.t. = dimezzare, svuotare parzialmente

In verbo deriva da “mezzo” inteso come metà. Quindi “dividere, svuotare, liberare a metà”

Si usa dire smezzéte = dimezzato, anche se un contenitore qualsiasi non è stato svuotato proprio a metà, ma in misura molto variabile.
Come dire: jì stéte tucchéte = è stato “toccato”, non è più intonso. Può essere un quasi pieno o un quasi vuoto…

Generalmente si tratta di contenuto liquido (olio, vino, latte…).
‘Sta buttìgghje sté smezzéte = Questa bottiglia non è più completamente piena.

Talvolta è riferito a contenuto arido (riso, sale, caffè…)
U sacche d’a farüne sté smezzéte e momò ce fenèsce = Il sacco della farina è (più che) dimezzato, e sta per finire.

‘U buatte du cafè jì stéte stéte smezzete = il barattolo del caffè è stato iniziato (non è completamente pieno).

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Smiccé

Smiccé v.t. = sbirciare, intravvedere, scorgere.

È accettabile anche la dizione smeccé o anche smercé.

L’inesauribile Vocabolario Treccani dice: «Guardare attentamente, socchiudendo gli occhi per acuire la vista o per concentrarla su un determinato punto o particolare; per estensione, guardare minuziosamente, squadrare».

Individuare qualcuno o qualcosa in una massa omogenea (tra la folla, in un mucchio).

Giuà, t’avöve smeccéte a fianghe a ‘na bèlla uagliöne! = Giovanni, ti avevo intravisto (in un assembramento, in piazza, al cinema, ecc.) a fianco di una bella ragazza!

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Smòrza-tegnüse

Smórza-tegnüse s.m. = Tuffetto, svasso

Accettabile anche la pronuncia smozza-tegnüse.

Sono uccelli acquatici (Tachybaptus ruficollis) piuttosto diffusi.
Da bambini li vedevamo a gruppi nelle calette della scogliera di Siponto o all’interno del bacino del Mandracchio, sotto il Faro di Manfredonia.
Fanciullescamente le chiamavamo “paparèlle”.

Abilissimi a tuffarsi per ghermire piccoli pesci di cui si nutrono in prevalenza. Sono più propensi al nuoto che al volo.
Vivono in acque lacustre e salmastre. Le specie nostrane evidentemente si sono acclimatate all’acqua marina, o almeno a quelle nei pressi delle numerose sorgenti litorali.

Le mie ricerche mi hanno portato a definire il nome italiano e regionale.
Credo che scientificamente si identifichino nel genere Tachybaptus o Pòdiceps, forse nella specie Podiceps nigricollis (dal collo nero) oppure in quella Tachybaptus ruficollis (dal collo rossastro) credo dal colore del piumaggio del loro collare.

Il curioso nome (in napoletano detto Sommuzzarièllo) deriva dal suo modo di tuffarsi nell’acqua e del suo rimanere in apnea.

Nel nostro dialetto Smórza-tegnüse deriva da smurzé o smuzzé = sommozzare e tegnüse = piccolo pesce che vive in acque poco profonde.

Ringrazio vivamente Bruno Mondelli per il suo suggerimento.

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Smundéte

Smundéte agg. = scolorito, stinto

Che ha perduto il colore, o l’intensità, la vivacità del colore.
Sbiadito, riferito specificamente a tessuti o maglierie.

Succedeva con indumenti lavati con saponi aggressivi o anche per scarsa qualità dei coloranti, che dissolvevano una parte di colore nell’acqua di lavaggio, “contaminando” altra biancheria in ammollo nella stessa bagnarola.

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Smuscelé

Smuscelé v.t. = Sgonfiare, rendere flaccido

Significa anche deperire, dimagrire rendere molle.

Mi so’ smusceléte ‘a panze = Mi si è sgonfiata la pancia (E’ diventata flaccida).

Stu’ cuscjüne sté tutte smusceléte: mitte l’ata léne da jìnde = Questo guanciale è tutto molle: metti l’altra lana dentro.

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