Insieme di bolle d’aria o di altro gas che si forma alla superficie di un liquido sottoposto a ebollizione o ad agitazione; (Sabatini-Coletti).
Anche quella prodotta dal sapone, particolarmente dal sapone da barba al profumo di mandorle amare, è šküme.
Voglio aggiungere quella che si forma nel bicchiere quando si versa il vino o la birra è šküme.
Il buon bevitore, quando esistevamo le osterie, rivolgendosi alla schiuma del vino versato nel bicchiere, sussurrava: “se tu resti, io me ne vado; se tu te ne vai, io resto”. C’è un perché! Se il vino è genuino, la schiuma dopo qualche attimo sparisce. Se invece il vino è annacquato, la schiuma nel bicchiere permane a lungo, e perciò l’intenditore preferisce alzare i tacchi.
Vorrei non enumerarla, ma purtroppo lo debbo fare per dovere di linguista,”‘a šküme a ‘nu quarte e n’ate“… = La schiuma ad una parte ed all’altra (della bocca). Puah!
È quella che si forma ai due lati della bocca, la bava secca, quando qlcu è gran parlatore e non si accorge che gli crescono le cispe!
Preferisco pensare alla fugace šküme dell’onda che si infrange sulla battigia, o meglio, alla soavissima schiuma cremosa di un bollente cappuccino preso al mattino presto nel bar Aulisa, con o senza spruzzata di cacao amaro in polvere! Lüce de Paradüse! = Luce di Paradiso!