Locuzione molto pittoresca rivolta col pensiero agli invidiosi.
Costoro si rodono e soffrono di un sentimento astioso verso gli altri nel benessere, verso ciò che reputano il loro pregio o le loro fortune.
Questo sentimento, viene percepito dalla persona invidiata come influsso demolitore.
Ecco che, quale “contromisura”, l’invidiato esegue una serie di scongiuri (palesi o anche occulti), come il “toccamento” di cornetti rossi o di una parte di se stesso che non sto a nominare, la mostra del pugno con l’indice e il mignolo sollevati, ecc.
Te jà škatté ‘u föle! = ti devo crepare la bile (perche ti roderai inutilmente a causa dell’invidia, perché tu sei impotente contro la mia fortuna, il mio benessere, la mia bellezza, ecc.).
Significa in pratica, in casi meno gravi, comportansi con assoluta indolenza.
Materialmente škatté ‘u föle è un infortunio che capita a coloro che puliscono le seppie e accidentalmente rompono la vescichetta dell’inchiostro.