Categoria: S

Škaffètte

Škaffètte s.f. = Corrispettivo straordinario in natura.

Alla fine di una battuta di pesca, i pescatori dipendenti, per antica consuetudine, si dividevano una parte del pescato, che andava in aggiunta alla paga pattuita.

Con questo termine, nato nell’ambiente marinaro, ora si intende qualsiasi sovrappiù, in natura o in denaro, che si è lucrato prestando la propria opera.

So’ jüte ajuté a cuggìneme a cògghje i pemedöre e me so’ abbuškéte ‘a škaffètte = Sono andato ad aiutare mio cugino a raccogliere i pomodori, ed ho guadagnato qualcosa per me (in denaro o in pomodori, indifferentemente).

Purtroppo il termine designa anche un’azione delinquenziale.

‘U sé quanda neguzzjànde pàjene ‘a škaffètte…= Chissà quanti commercianti pagano il “pizzo” ai malviventi…

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Škaffjé

Škaffjé v.t. = Schiaffeggiare

Colpire qlcu, preferibilmente sul viso, con il palmo della mano. Il colpo inferto con il dorso della mano, il manrovescio, si chiama
mappéle, mappelöne.

Se vènghe allà te škaffjöje = Se vengo costà di mollo uno (o più) ceffoni.

Quelli che non riflettono e parlano senza stile dicono: Mò venghe allà e te škàffe ‘nu škàffe. Sarebbe preferibile dire: te mènghe ‘nu škàffe, o anche te déche ‘nu škàffe. Tanto la sberla, fintantoché sta micacciandoo, è solo teorica…

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Škamé

Škamé v.i. = Gemere, squamare

1) Škamé v.i.= Gemere, guaire di cani, cigolare di macchinario.

2) Škamé v.t.= Squamare, togliere le squame ai pesci prima della cottura.

Esempi di verbo intransitivo:

Fràteme ho škaméte tutte la nòtte p’u delöre du dènde = Mio fratello si è lamentato tutta la notte per il dolore del dente.

‘U cacciunjile škéme pecché ‘i töne ‘a féme = Il cagnolino guaisce perché ha fame.

‘Stu ljitte škìtte škéme = Questo letto cigola sempre.

 

Esempio di verbo transitivo:

Sepò, quann’jì ca škéme i sparrüne? = Sipontina, quand’è che squamerai gli spari?

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Škànde

Škànde s.m. = Spavento, paura.

Paura intensa e improvvisa provocata dalla consapevolezza o dalla sensazione di un pericolo o di un danno.

Agghje pegghjéte ‘nu škande = Ho preso uno spavento. (similmente si può dire: so’ škandéte, dai verbi škandév.t., škandàrecev.i., spaventare,spaventarsi

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Škanéte

Škanéte s.f. = Pagnotta

Impastare il pane si dice tembré.
Spezzarne delle parti per dividere la massa cruda dicesi škané ‘u péne (dal latino explanare ), ossia  spianare la pasta lievitata per fare le forme di pane.
Quindi il termine škanéte  significa letteralmente spezzata, tagliata.

La škanatèlle una una pagnotta di pane più piccola, del peso fino a un chilo. Un po’ per volta si è passati a dire pagnuttèlle.

Quelle “normali” arrivavano a pesare anche fino quattro kg.  In casa si impastava una massa enorme (anche di dieci kg) di farina, perché il pane era la base principale dell’alimentazione delle famiglie numerose.

Dalla pasta si ricavavano le varie pagnotte, 3 o 4. tagliandole, senza usare coltelli, ma mozzandole con le mani. Si riteneva che il freddo della lama potesse bloccare la lievitazione.

Non esistevano forni domestici, e per la cottura – anche di scavetatjille, rjanéte, puperéte, ecc. –  si ricorreva al forno pubblico alimentato a legna (Sfaìlle, Zappetèlle, Grasso, Ze Züje, Gambardella ed altri…)

Mi ricordo che, prima di introdurre il pane,  quando il forno era ancora in fase di riscaldamento, vi si cuocevano il “Tortanello” (una sorta di ciambellone di pasta di pane) e la “Pizza alla vampa” (focaccia semplice con pomodori olio e origano) che richiedevano pochissimo tempo di cottura.

Il rito della panificazione domestica ci permetteva  di gustare queste squisitezze molto prima dell’arrivo del pane .  Era un graditissimo… effetto collaterale.

Il termine “scanata” è usato anche in Sicilia, in Campania, in Basilicata e in Calabria.

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Škanüje

Škanüje s.f. = Caldana

Sensazione improvvisa di calore al capo con arrossamento del viso e sudorazione.

Fenomeno fisiologico femminile dovuto alla menopausa.

Si manifesta anche anche ai maschi a seguito di un forte stato emotivo, di ansia, di incertezza, di paura..

Mamme m’ho ‘ccundéte ‘u sùnne ca ho fatte jèsse, e mo’,  škìtte ca pènze, me vènene ‘i  škanüje = Mamma mi ha raccontato il sogno che ha fatto lei, e ora solo che ci penso, mi stanno venendo le caldane

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Škàppe

Škàppe s.f. = Papavero; Scheggia; Goccia

1) = Papavero. Fiore di papavero rosso selvatico (Papaver rhoeas) della famiglia delle Papaveracee, detto rosolaccio, abbondantissimo nei campi all’epoca della maturazione del frumento.

2) = Scheggia. Truciolo tagliente di legno o di metallo che ferisce le mani di chi maneggia senza protezione oggetti non rifiniti, detta anche škappetèlle. Sinonimo = škàrde s.f.
Può indicare in ebanisteria anche un rialzo di legno usato per livellare una sedia o un mobiletto che zoppica. Anche per chiudere una fessura in fase di restauro o di rifinitura di un mobile.

3) = Goccia. Usato nella locuzione škappe de sedöre = gocciole di sudore, anche figuratamente per indicare la grande fatica sopportata per ottenere un risultato apprezzabile. Anche škappe de làgreme, per indicare grandi lacrime, nel senso di pianto dirotto o anche grandi pene sofferte in passato.
Equivale a sanghe e sedöre = sangue e sudore, o come disse Churchill: lagrime e sangue.

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Škarde

Škarde Šcarde  s.f. = Scheggia, ganza

1) Pezzetto di materiale solido, detto anche škàppe, generalmente tagliente, che si stacca da un corpo e può ferire qlcn che tocca questi materiali o con un graffio o conficcandosi nella pelle.

2) Sin. di Gàgge s.f. = ganza = amante.

Appellativo scherzoso per indicare la propria ragazza. A secondo dell’epoca in cui vivevano la loro giovinezza, i giovanotti dicevano anche ‘a gagge, ‘a ciucce, ecc., sempre con un sottinteso erotico.

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Škaröle

Škaröle ( o škaróles.f. = Indivia

La verdura si suddivide in due specie principali, entrambe contraddistinte da un buon contenuto di vitamina A: l’indivia liscia e l’indivia riccia.

1 – la škaróle, propriamente detta (Cichorium endivia latifolium) ottima lessata e condita con un filo d’olio: leggera, dolce, decongestionante.
Il prodotto, in entrambe le specie, è costituito dal “cespo” e cioè dalla rosetta di foglie che coronano il brevissimo fusto e che nella fase di accrescimento si sovrappongono e si serrano in un grumolo, detto cuore, più o meno compatto.

 

2 – la škaröla rìcce (Cichorium indivia crispum), usata per lo più cruda, in insalata da sola o assieme a lattuga e ad alti vegetali

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Škatàsce

Škatàsce o Scatasces.m. = Sfacelo

Sfacelo, decadimento, crollo, catafascio, rovina, finimondo, trambusto. Anche in senso figurato

‘Nziamé lu vöne a sapì ‘u fréte, uà venì ‘nu şkatasce! = Non sia mai lo viene a sapere il fratello deve succedere un finimondo!

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