Seppia (Sepia officinalis ). Mollusco cefalopode con il corpo è ovale, circondato da una pinna a nastro.
Ha i consueti otto tentacoli dei cefalopodi e in più due tentacoli lunghissimi, retrattili, con il terminale provvisto di ventose.
Si mimetizza con rapide variazioni di colore al suo dorso e usa lanciare un inchiostro nero contro i predatori per sfuggire e mettersi in salvo.
È egregiamente e largamente usata nella gastronomia locale. Viene servita in croccante frittura, o arrostita alla brace, o ripiena sia al forno e sia al ragù.
La seppia è un po’ il simbolo di Manfredonia/Siponto.
Il nome Sipontum deriva proprio da sipus (seppia) + pontum (mare) quindi “mare pieno di seppie” (grazie giolabe per il suo suggerimento).
Ora andate a vedere il Monumenti ai Caduti davanti al Castello, realizzato dallo scultore foggiano Baniamino Natola (1887-1972).
Se guardate bene in basso a destra della Vittoria Alata, noterete una seppia mentre tiene chiusa con i suoi tentacoli la bocca di un delfino.
La seppia simboleggia il popolo sipontino, mentre il delfino, l’Impero Austro-Ungarico. L’allegoria vuole esaltare il valore dei nostri ragazzi i quali, nella Grande Guerra 1915-1918, con il loro eroismo, sono stati capaci di tacitare il grande Impero Centrale. Questo fu il grande contributo che Manfredonia diede alla Patria: 126 morti, 37 invalidi e mutilati, 12 medaglie d’argento,14 medaglie di bronzo.
La colonna di marmo inserita nel Monumento è stata prelevata tra le rovine dell’antica Siponto e posta a perenne memoria di quanti per la Patria si sacrificarono.
Queste notizie “storiche” mi furono tramandate da mio padre, classe 1901, che certamente assistette all’inaugurazione del Monumenti ai Caduti pochi anni dopo la fine della Grande Guerra, e seppe memorizzare i roboanti discorsi del regime fascista: lui era giovane e la memoria non gli mancava.