Sgarzuméte agg. = Malridotto
Ridotto in pessimo stato, detto sia di persona che di cosa. Sinonimo di Sderlufféte
Protuberanza generalmente localizzata sulla schiera, dovuta a deformazione delle ossa della colonna vertebrale e/o della gabbia toracica. Talvolta colpisce anche lo sterno.
Anticamente si credeva opera delle streghe o di malocchio di mascjére (vedi).
Magari era scoliosi non curata, cifosi o debolezza di ossa non calcificate a sufficienza.
Sgrascené v.t. = Sgranocchiare
Rosicchiare, sbocconcellare qualcosa di croccante (crackers, grissini, raškètte de péne càvete, patatine, nocciole, bastoncini findus, mènele atterréte, mustacciùle, scavetatjille, ecc.) in modo da sentirla sotto i denti che si frantuma.
Nel caso di ceci o fave arrostite lo sentono anche gli altri…
Verbo onomatopeico: sgra, sgra, sgra…
Sinonimo: ruseché
Sgrascenüse agg. = Croccante
Riferito specificamente al raškètte di pane appena uscito dal forno, caldo, croccante e profumato.
Cré ‘stu péne nen jì chjó sgrascenüse = Domani questo pane non sarà più croccante (perciò non lasciarlo! gnam gnam…).
Deriva dal verbo (clicca→) sgrascené = sgranocchiare.
Sinonimo rusecarjille.
Accettata anche la versione sgrigné.
Far stridere i denti o fare certe smorfie quando, ad es, si addenta un’arancia agra, e si stingono le labbra, si aggrotta la fronte e si compiono altri movimenti mimici semi involontari.
Pecché quanne durmi te mìtte a sgregné i djinte? = Perché quando dormi ti metti a digrignare i denti?
Com’jì ca sgrìgne? = Perché digrigni denti?
L’aggettivo ha sempre e comunque una valenza negativa.
Vattìnne da quà, ‘sta sgrìbbje!= Vattene via, brutta racchia.
L’aggettivo è invariabile al singolare, al plurale, al maschile e al femminile.
Se proprio si vuol specificare il genere maschile, si dice sgrebbjöne = bruttone.
Secondo me sgrìbbje per la forte assonanza, derivi da “scriba”. Ritengo che il popolino durante le Funzioni religiose, sentendo che nel Vangelo Gesù definiva i farisei e gli scribi come falsi e ipocriti, ha facilmente collegato “scriba” a qualcosa di estremamente negativo, anche se non comprendeva esattamente chi fossero gli scribi e i farisei.
Come sempre, io esprimo opinioni personali, opinioni di per sé opinabi
Sgrumé v.t. = Sgrassare, deviscidare(*)
Specificamente significa togliere la mucosità che ricopre il polpo fresco, detta u lìppe (←clicca), mediante “arricciatura” dei tentacoli prima di passarlo in cottura.
Lo stesso verbo sgrumé descrive l´operazione che asporta il viscido delle anguille vive. Mia madre usava la crusca o la farina, e mia nonna addirittura la cenere per l´indispensabile pulitura del capitone.
Operazioni ben note alle popolazioni locali.
NB
(*) Nel tradurre sgrumé ho pretenziosamente inserito “deviscidare”, un verbo inesistente in lingua italiana. Rende bene l´idea, cioè quella di asportare il viscido da una qualunque superficie. Molto di più di quanto faccia il generico”sgrassare”.
Ho solo tentato di definire un verbo univoco, che qualifichi l´azione con estrema chiarezza, senza pretendere di creare un neologismo.
Spero che i Professoroni dell´Accademia della Crusca, ma sopratutto i miei lettori, mi vorranno perdonare!
Lacerare con violenza tessuti di qualsiasi natura: teli, lenzuola, mutande, camicie, tessuti muscolari umani o di bestie.
Anche questo verbo deriva dallo spagnolo desgarrar e significa stracciare, strappare.
Significa anche Squartare. Minaccia in realtà mai realizzata da nessuno. Significa: divaricare con forza le altrui cosce sino a divellerle. Quasi sempre, quando si pronuncia sguarré, si allontanano le due mani serrate a pugno, con i pollici rivolti verso il proprio petto, come se afferrassero le cosce di un galletto, o la biforcazione di un rametto, per spaccarlo in due parti con la viva forza delle braccia.
Richiamo delle mamme affettuose verso i figli intenti a giocare per strada: Mattöje!,…. Mattöje!!… Mattéjooooo!!!! , Pecché ca nen ce vine?!… Mòooje adda venì qua!! Se venghe allà, te sguàrre pe’ mizze!!! = Matteo, Perché non vieni? Adesso devi venire qui. Se vengo io là ti divido in due metà con la forza delle mie braccia.
Sguascianéte agg. = Deformato, ingrossato.
Specificamente: deforme nella persona, per l’eccessiva grassezza dovuta a ingordigia o a malattia.
Mi viene a mente il riferimento ai piedi sguascianéte che, dopo un’estate passata con gli zoccoli, non entrano più nelle scarpe.
Deriva dal verbo sguascianàrece = deformarsi.
Va bene per le persone e anche per oggetti vari, come per le ciabatte o le maglie deformate per il lungo uso.
Alcuni pronunciano squascianéte. Accettabile.
Persona che è affetto da gobba.
Carlètte jì sgubbéte da quann’jì néte = Carletto è gobbo dalla nascita.