Categoria: S

Secherdüne (alla)

 

Secherdüne (alla) loc.avv. = Inaspettatamente. all’improvviso

Accettabile anche la versione secreddüne.

All’improvviso, inatteso, imprevisto, a sorpresa, quanto meno te l’aspetti.

Faccio un esempio: L’ho menéte ‘nu škafföne, alla secherdüne!= Gli ha mollato uno schiaffone all’improvviso.

Un po’ come la locuzione alla scurdéte = quando meno te l’aspetti, quando l’hai scordato, quando non ci pensi più.

Secherdüne (con lievi varianti di pronuncia)  viene usato a Foggia, Cerignola, Altamura, Santeramo, Modugno e in altri Comuni del Barese.
I Napoletani dicono all’intrasatte.
Nella Daunia usano anche all’assacrèse/assacroise/assacröse forse  dal francese sans-croire =senza credere, a sorpresa.

Leggendo qua e là ho scoperto che secherdüne potrebbe derivare dalla locuzione latina sicut in unum = come in un solo (istante).  Lo riporto per dovere di cronaca, ma non so se l’etimo è accettabile o se è un simpatico volo di fantasia.

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Sécrètè

Sécrètè s.m. = Secrétaire, mobile a ribalta,

Si tratta di complemento d’arredo senza tempo, facilmente adattabile alle esigenze contemporanee, dotato di un’anta a ribalta che – una volta abbassata – funge da piano di appoggio. L’interno è suddiviso in ripiani e cassettini per contenere oggetti di cancelleria,  gioielli o profumi.

In origine era usato principalmente come scrittoio, e come contenitore di documenti importanti.

Quelli d’antiquariato -(foto in alto) hanno fattura  di legni pregiati e una linea elegante ed elaborata.

Quelli moderni (foto a sinistra) sono semplici e lineari, ma ugualmente funzionali ed apprezzati.

Il termine francese secrétaire è stato adottato più o meno con la stessa pronuncia sécrètè, oltre che dal nostro dialetto anche altre lingue (ingl. secterair,  ted. Sekretär, ecc.)

Per estensione in tempi recenti anche al glorioso sécrétè è stato affibbiato il nome di “settimino” che propriamente designa una cassettiera priva di ribaltina anch’essa facente parte dell’arredo della camera da letto quale contenitore di biancheria.

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Sedüne

Sedüne s.m. = Panchina

Da non confondere con il termine italiano “sedile” che designa qlsi qualsiasi appoggio o sostegno, mobile o fisso, adatto a sedersi, come il sedile dell’automobile, o del trattore, o della sedia a dondolo o addirittura del copri wc.

Da noi è solo quello dei giardini pubblici e privati, o dei viali del lungomare, o delle stazioni. In lingua viene chiamata correttamente “panchina”.

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Seffunné

Seffunné v.t. = Occultare, nascondere

Sottrarre un oggetto alla vista o alle ricerche di qcn., riponendolo in un posto recondito, rendendolo introvabile.

Add’jì ca ha’ seffunnéte ‘i bretèlle möje ca ne li tröve? = Dove hai nascosto le mie bretelle, (dato) che non le trovo?

Secondo me deriva da seffónne = in fondo, sul fondo (del mare o di qualche nascondiglio).

A me sembra che siano state nascoste così bene da essere intovabili, come se fossero‘nfónne ‘u mére = in fondo al mare.

È ammesso dire anche suffunné.

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Segarètte

Segarètte s.f. = Sigaretta, spagnoletta

1) Segarètte = Sigaretta, rotolino cilindrico di tabacco trinciato, avvolto in un foglietto di carta sottile a lenta combustione, che si fuma, accendendolo da un lato e aspirando l’aria dall’altro dov’è munito di filtro. Nuoce gravemente alla salute.

2) Segarètte = Spagnoletta, piccolo supporto cilindrico di cartone, o di plastica attorno al quale si avvolgono i filati variamente colorati per cucire. Usatissima in sartoria.

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Sègge

Sègge o sèggje s.f. = Sedia

Mobile su cui si può sedere una sola persona, costituito da un piano orizzontale che poggia su quattro gambe, e da una spalliera.

Il fondo può essere di paglia palustre o di rafia. Quelle moderne da cucina hanno il fondo di legno laminato ricoperto da cuscino imbottito di gommaspugna.

Deriva dal francese siége.

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Sègge-a-caccà

Sègge-a-caccà s.f. = Seggiolone

Sedia di altezza tale da permettere a un bambino di arrivare al livello di un tavolo normale, dotata di un piano di appoggio ribaltabile su cui appoggiare piatti o altri oggetti.

Il nome dialettale deriva dal fatto che anticamente il piano, di legno o impagliato, su cui di poneva il bambino era dotato di un largo foro. Sotto il piano, a slitta, si inseriva il vasino.

Non voglio descrivere quello che accadeva tutti i giorni.

Questa sedia era utile perché dava al frugoletto la possibilità di saper controllare gli sfinteri. Se ciò non avveniva, il vasino raccoglieva tutti gli errori…

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Sègge-a-Vjinde

Sègge-a-Vjinde s.f. = Sedia Thonet

Non è, nella traduzione letterale, certamente la “sedia a vento”, che non significa nulla.

In lingua italiana è accettata come Sedia tipo Vienna.

Facile confondere la pronuncia della denominazione tedesca di Vienna, Wien (vinn) con Vjinde (viind) = vento.

Sono le famosissime sedie di legno di faggio, tornito e curvato a vapore, con il fondo di rafia intrecciata, il cui procedimento fu brevettato nel 1860 da Michael Thonet di Vienna. Le vere sedie Thonet sono tuttora in produzione.

Tutte le nostre nonne hanno in casa due Sedie Thonet perché negli anni ’30 facevano immancabilmente parte della loro dote.

Ora fanno delle imitazioni delle Thonet con ferro smaltato nero e plastica color sabbia per i bar che pretendono di apparire eleganti: puah!

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Segghjózze

Segghjózze s.m. = singhiozzo, singulto

Va bene anche la pronuncia sugghjózze se preceduto dall’articolo determinativo singolare (‘u sugghjózze).

Il singhiozzo è la contrazione ripetuta e involontaria del diaframma. Il termine deriva dal latino “singultus”.

Ecco i rimedi della nonna (niente farmaci!) che erano semplici e funzionavano egregiamente:
1 – trattenere il fiato più a lungo possibile;
2 – provocare uno spavento nel paziente con un rumore improvviso o con un grido inaspettato;
3 – somministrare alcune gocce di limone direttamente sulla lingua;
4 – bere sette piccoli sorsi d’acqua consecutivi, senza intervalli, in apnea.

Quando non è di natura patologica il singhiozzo è provocato dallo stomaco troppo pieno che preme sul diaframma.

È l’evidente sintomo di sazietà.
Ecco un Detto recitato dalla mammina premurosa dopo un singhiozzo del suo poppante:
Sàzzje jì ‘u purcellózze, c’jì anghjüte ‘u vudeddózze = Sazio è il porcellino, si è riempito il budellino.

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Sèggia Manzegnöre

Sèggia manzegnöre loc.id = Seggio episcopale, cattedra vescovile, faldistorio

In questo caso non si fa riferimento alla vera e propria sedia usata dal Vescovo, il monsignore durante la liturgia cui partecipa.

Si intende invece quell’antico gioco fanciullesco che in italiano era detto “gioco del predellino”.
Due bambini si pongono di fronte. Ognuno afferra con la propria destra il polso sinistro e con la mano sinistra il polso destro dell’altro.
Come si vede nella foto, si forma una specie di quadrato sul quale si siede un terzo bambino che viene così trasportato, come su una sedia gestatoria, per un tratto prestabilito, cantilenando:

‘A sèggia manzegnöre e ce assètte lu segnöre…= La sedia gestatoria su cui si siede signore…

Salvo poi a mollarlo a sorpresa, ad un cenno di uno dei “portantini”.
I bambini hanno le ossa di “gomma”, e fortunatamente non riportano conseguenze nel cadere sul pavimento.

Tutti quelli di età prescolare, in mancanza di giocattoli, si sono trastullati con questo giochetto.
Ora si sollazzano con le play-stationiPad o altre diavolerie: tutti giochi individuali. Puah!

Questo sistema “a sedia gestatoria” viene usato dagli adulti (Pompieri, Soccorritori della Protezione Civile, Medici del 118 ecc.)  nei casi di soccorso immediato a feriti da accostare all’autoambulanza, ove non si possa accedere la lettiga.
Ovviamente senza cascata finale!

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