Generalmente il sostantivo si riferisce ai semi di zucca, alle fave e ai ceci tostati, ai lupini salati, che si consumavano durante la proiezione dei film, quando non era stato ancora inventato il pop-corn e nemmeno le patatine in busta.
Salatjille, salatjille, quàtte solde ‘u mesurjille! = Salatini, salatini, quattro soldi (ogni soldo era 5 cent., quindi 20 cent.) al misurino! Questo l’antico grido di richiamo dei venditori: poi c’è stata l’inflazione post-bellica…
Comunque il grido e passato anche alla mia generazione e serviva per “rimproverare” i compagni di scuola che avevano fatto “filone”.
Fé salatjille = Marinare la scuola, assentarsi dalle lezioni senza valido motivo.
Quale nesso esiste fra i salatini e la scuola temporaneamente disertata?
Presumo per il fatto che, non entrando in classe gli scolari non potessero far rientro a casa senza dar sospetto della marachella, pena un solenne paliatöne.
Allora si doveva necessariamente perdere tempo fino all’ora del termine delle lezioni…
Infatti ‘i salatjille erano chiamati anche ‘u spassatjimbe = il passatempo.
Più chiaro di così!