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Ammurrechéte

Ammurrechéte agg = rauco, roco, arrochito

Ammesso anche ammurechéte, con una sola “r”.

Dicesi di persona, e più specificamente di voce arrochita. rauca.

Alterazione della voce, dovuta a raucedine (irritazione del sistema fonetico, detta disfonia).

Compare spesso assieme ad una laringite dovuta ad inalazione di fumo o di sostanze irritanti, o per effetto di un prolungato sforzo delle corde vocali.
Ne sanno qualcosa i tifosi del gioco del calcio, che si sgolano allo stadio per sostenere la propria squadra.

Sté ammurrechéte = Essere rauco,
Tenì ‘a vöce ammurrechéte = Avere la voce arrochita.

Certamente l’aggettivo è di derivazione latina: raucus, ab raucatus = rauco

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Ràchene

Ràchene s.f. = Telone

Si tratta di teloni di tela robusta, che erano dispiegati sollo le piante di ulivi prima dell’operazione di raccolta. Le olive in esso cadute e si raccolgono e si pongono in sacchi di iuta per porlarle al frantoio oleario. Il telone così riutilizzabile, passa alla pianta successiva.

Usato anche come stuoia sull’uscio di casa per accogliere i bimbetti attorno alla nonna, quando nelle calde sere d’estate lei usava raccontare all’aperto fantastiche fiabe o allegri frecàbbele

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Ràcquele

Ràcquele s.m. = Razza.

Vengono definite “razza” alcuni pesci cartilaginei dell’ordine dei raiformi.

Diffuse in Adriatico la Razza bianca (Raja alba), la Razza chiodata (Raja clavata).

“Sono caratterizzati dal corpo piatto romboidale, grandi pinne pettorali a forma di ali, coda sottile e lunga, occhi posti sul dorso, bocca ventrale.

Hanno in genere carni commestibili, non particolarmente apprezzate.”

Fin qui quello che dice Wikipedia. Ma che volete farci, questi infelici non sanno che significa ‘u ràcquele ammulechéte, perché evidentemente non sono mai stati a Manfredonia.

Noi mangiamo anche quelli piccoli. detti racquelìcchje, in umido.

Nei paesi costieri dell’alto Adriatico la razza è chiamata “Aquila di mare”. Forse il nome “ràcquele“, proviene dalla fusione di “raja” e “aquila”.

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Rafanjille

Rafanjille s.m. = Ravanello o rapanello

Il ravanello (Raphanus sativum) è una pianta annuale di cui si consuma la radice, generalmente sferica e di colore rosso, con polpa bianca, di sapore lievemente piccante, usata prevalentemente in insalata.

Esistono anche ravanelli bianchi e quelli lunghi come carotine.

Le foglie tenere si mangiano anch’esse in insalata o in pinzimonio.

Sono composti per lo più di acqua; tra i nutrienti contengono ferro, fosforo calcio, vitamine del gruppo B, vitamina C e acido folico. Hanno proprietà diuretiche e depurative. Sin dall’antichità è nota la loro capacità di conciliare il sonno.

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Ragge

Ragge s.m. = raggio, rabbia.

Come in italiano, alcuni vocaboli al maschile hanno un significato diverso da quello assunto al femminile.

1) Ragge, s.m. = Raggio. Più che come espressione geometrica è quello fisico della ruota del carro o della bicicletta. Anche i raggi solari si chiamano ràgge.

2) Ragge, s.m. = Impeto, forza, potenza di lancio. Solo nella locuzione idiomatica: pe tutt’i ràgge = con tutta la forza possibile. Sbàtte ‘u polepe pe tutt’i ràgge = Sbattere il polpo con tutta l’energia possibile.

3) Ragge s.f. = Rabbia. Rabbia, intesa come malattia dei cani, l’idrofobia.
Tenì ‘a ràgge = essere idrofobo.

4) Ragge s.f. = Rabbia, intesa come sinonimo di stizza, ira, collera, odio, irritazione, rancore. Tenì ‘na ràgge = Avere rancore, risentimento, ecc..

5) Ragge s.f. = Un “sapido” giudizio culinario, specie se il gusto del sale è predominante.
Jì saprüte ‘stu baccalà? È gustoso questo (intingolo di) baccalà? – Sì ‘na ràgge! = Sì, è salatissimo!

6) Ragge agg. = Ragia, specificamente riferito all’essenza di trementina, detta commercialmente acquaragia, acqua-ràgge, o, con linguaggio più tecnico, diluente deluènde. Usato dai tinteggiatori per diluire le vernici e risciacquare i pennelli dopo l’uso.

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Rajéne

Violenta tempesta con pioggia e turbini di vento.

Figuratamente: grande frastuono, o persona eccessivamente agitata, irrequieta, irruente.

Con l’articolo è noto soprannome ‘U Rajéne = L’uragano.

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Rajó

Condimento per pastasciutta e altri primi piatti, a base di salsa di pomodoro e carne.

Sostantivo francese ragoût (pron. ragù), derivato dal verbo ragoûter composto da re di nuovo e goûter gustare.

Quelli che dicono ragó (con la ó stretta di fórne= forno) parlano un dialetto modificato. Come se dicessere gallócce invece di jallócce=galletto

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Ramöre

Ramöre s.f. = Teglia da forno, lamiera

1) Teglia da forno di latta, rettangolare (grande fino a cm 50×70), dal bordo basso, usata per mandare al forno pubblico i dolci fatti in casa. Su di essa si ponevano pizzarèlle, scarièlle, scavetatjille, taràlle ecc.per la cottura. Ora sono usate dalle pasticcerie, dalle pizzerie per le focacce al taglio e dai biscottifici, non più dalle massaie per uso domestico.

2) Lastra metallica ottenuta per laminazione a caldo o a freddo, utilizzata per fabbricare diversi manufatti (dalle industrie per es. per farne ssportelli di automobili e dai ferrai per creare vomeri di aratro).

Ramöre deriva certamente dall’italiano ‘lamiera’, con pronuncia modificatasi attraverso i secoli.

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Ranavùzze

Ranavuzze (o Ranavùzzele) s.m. = Tarchiato, tracagnotto

Persona di bassa statura e di larga corporatura.

Il significato è descritto molto meglio e più dettagliatamente se andate a leggere il sinonimo (cliccate→) šcaùtte.

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Ràngeche

Ràngeche s.m. = Granchio, graffio.

  1. Ràngeche =  Granchio ()generico).
    Crostaceo con corazza piatta pentagonale o trapezoidale e zampe fornite di potenti chele.
    Esistono varie specie di granchi:

Quelli dal carapace duro e nero (Carcinus Mediterraneus), sono detti i sbìrre = gli sbirri, forse perché veloci sia in acqua e sia in terra. Vivono negli anfratti delle scogliere.

Quelli con la corazza chiara e molle (Liocarcinus vernalis)sono detti ‘i muddische = i molli. Vivono in zone sabbiose..

Quelli coperti da setole, i favolli (Eriphia verrucosa), sono chiamati, al femminile, ‘i pelöse = le pelose.

Infine quelli grandi (Maja squinado) della famiglia dei Majidae, sono chiamati granceole al nord Italia. Da noi sono identificati come rangeche affallöne. Sono capaci di danneggiare le reti da posta.

2) Ràngeche= graffio. Segno sottile lasciato sulla lasciato sulla pelle dalle unghie o da un corpo appuntito. Proviene dal verbo rangeché = graffiare.
‘A jatte m’ho rangechéte ‘mbacce ‘u vrazze = Il gatto mi ha graffiato sul braccio.

I graffi lasciati accidentalmente su una qualsiasi superficie (vetro, legno, marmo, metallo) sono detti ‘i sìnghe .
Stu piatte sté tutte singhjéte = Questo piatto è tutto graffiato.

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