In molte religioni, si definisce Paradiso quel luogo in cui sono radunate le anime dei giusti dopo la morte, e sono esaltate in modo eccelso dalla diretta visione di Dio.
Per estensione si definisce ‘nu paradüse un luogo reale della terra bellissimo e incontaminato.
So’ stéte alla Sicìlje: ‘nu paradüse = Sono stato in Sicilia: un vero paradiso.
Per dire “in paradiso” si dice ‘mbaradüse, legando “in” al sostantivo. Qualcuno dice ‘mbaravüse. Per me vanno bene entrambe le versioni.
Ecco un’interessantissima dissertazione di Enzo Renato sulla pronuncia di‘mbaradüse o ‘mbaravüse:
“ Mbaravüse in realtà lo dicono i Montanari ed i Montagnoli anche se non escludo che anticamente si dicesse così anche da noi.
Difatti, taluni antichi termini manfredoniani, oggi appaiono ai più come termini montanari, ma solo perché in tale dialetto essi si sono meglio conservati.
Il dialetto manfredoniano invece ha subito, negli ultimi decenni, una maggiore italianizzazione.
Tipici esempi:
– da iniziale doppia d si è passati alla doppia l (cepòlle in luogo di cepòdde;cavàlle, martjidde diventati cavàlle, martjille. È rimasto códde per dire “quello”.
– da sc si è passati a j. da desciüne, scì a dejüne, jì).
A Monte San’Angelo esistono così tuttora, sono rimasti invariati.
Inoltre la convivenza con la popolazione montanara generata, non solo dalla vicinanza, ma anche dai continui e frequenti matrimoni tra questa e quella gente, da sempre attestati nella storia, e maggiormente accentuata a seguito dell’emigrazione di massa, avvenuta nel secolo scorso, da Monte a Manfredonia, hanno creato una tale promiscuità di gente e di dialetti, che oggi è davvero un arduo compito individuare o riconoscere l’appartenenza esclusiva e totale di un certo termine ad uno dei due dialetti.
La mia convinzione è che, in definitiva, anticamente il nostro dialetto non doveva differire poi tanto da quello di Monte Sant’Ant’Angelo, se non nella pronuncia (che è tutt’oggi spiccatamente diversa).”