Categoria: P

Pöparöle

Pöparöle s.f.= Peparola, pepaiuola, pepaiola

Ovviamente deriva da pöpe = pepe

Qlcu dice anche Pöparèlle

Piccolo recipiente usato per contenere il pepe macinato, generalmente provvisto di un coperchio bucherellato per spargere tale spezia sulle vivande.

Quello di mia nonna era di legno tornito, e si caricava svitando il suo piedino a calice.

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Pöpe

Pöpe s.m. = Pepe

Il pepe comune (Piper nigrum) appartiene ad una delle numerose specie erbacee, arbustive, arboree o lianose della famiglia delle Piperacee , diffusa spec. nelle regioni tropicali asiatiche, con frutti molto piccanti e aromatici, usati in cucina come condimento.

Una volta, come tutte le cose, il pepe si vendeva sfuso, intero o macinato.

Il droghiere pazientemente lo macinava e lo poneva in una specie di fagottino di carta chiamata ‘a cartèlle.

Tonü, mamme, va da Viscarde e accatte ‘na cartèlle de pöpe macenéte = Toni, bello di mamma. vai da Viscardo e compra una ‘bustina’ di pepe macinato. Presumo che la bustina contenesse 10 g di prodotto.

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Pöre

Pöre s.f. sop. = Pera

Frutto delle piante del genere Pyrus a cui appartengono molte specie differenti. Alcune delle specie producono frutti eduli e vengono perciò coltivate, quella più diffusa è la specie Pyrus communis..

Esistono molte varietà tra cui le più note solo le William, Abate, Conference.
Io ricordo che a giugno si trovavano in commercio anche delle pere piccole, sode, dolcissime chiamate pöre cecchetògne, più o meno col significato di “pere Cecco-Antonio”

 

 

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Pòseme

Pòseme s.f. = Amido

Era usato dalle stiratrici per inamidare i colletti delle camicie, i centrini di cotone, etc. e renderli un po’ rigiidi e più resistenti alle spiegazzature.

Il cullètte mbuseméte = il colletto inamidato.
Notate in+puseméte assume un unicum con addolcimento nella pronuncia della p in b. Siamo meridionali!

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Pöt’èsse ca

Pöt’èsse ca loc.avv. = Può essere che, forse che

Costruito inspiegabilente sull’inglese maybe o anche may be= può essere, forse.

Meh, ha da venì stasöre? Pt’èsse ca sì! = Allora, devi venire stasera? Forse sì!

Può essere usato nel significato letterale di: può essere, è probabile, è fattibile, è accettabile, è attendibile, ecc.. (o il contrario, anteponendo la negazione nen = non).

Nen pöt’èsse (anche nen pöte jèsseca Mecöle làsse ‘i segarètte. Códde töne ‘u vìzzje arrarechéte = Non è credibile che Michele smetta di fumare. Costui ha il vizio (del fumo) così inveterato.

Manifestazione di  incredulità ad un racconto esagerato. Come per negare Puo mai essere?

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Pöte

Pötes.m. s.f. v. intr.= Piede, potatura, può

1 – Pöte – al maschile significa semplicemente piede, riferito sia  a quello umano, sia a vari oggetti (pöte ‘u ljitte = piede del letto, pöte-u-vrascjire = piede del braciere, ecc.)

2 – Pöte – al femminile (‘a pöte o anche ‘a putatüre) indica l’operazione di sfrondatura delle piante coltivate (olivi o da frutta) allo scopo di accrescerne la resa.

3 – Pöte – Con lo stesso suono si indica la terza persona singolare del verbo putì, potere.  Ad esempio:
Giuanne nen pöte venì jògge= Giovanni non può venire oggi.
Mamme nen pöte mangé ‘a frettüre = mia madre non può mangiare la frittura (peccato!)

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Pöte-vrascjire

Pöte-vrascjire s.m. = Base del braciere.

Supporto rotondo in legno o metallico per sostenere per il braciere di rame, generalmente con il fondo bombato, per renderlo stabile e sollevato dal pavimento. Ottimo poggiapiedi e prudente distanziatore dal calore della carbonella accesa.

Etimo:
Pöte = piede, sostegno, supporto;
Vrascjire = Braciere, vaso di terracotta, rame o altro metallo che un tempo, durante la stagione invernale, si riempiva di brace accesa per riscaldare un ambiente.

È corretta anche la pronuncia rapida ‘u pötuvrascjire, che sarebbe la contrazione di lu pöte-de lu-vrascjire = il piede del braciere.

(foto di Chiara Carpano)

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Pötuaciüle

Pötuaciüle s.m. = Porta bacinella, porta catino

Il termine è l’abbreviazione di ‘u pöte d’ ‘u uaciüle = il piede del bacile.

Etimo:

Piede: Oggetto o parte di qlco. che abbia funzione di sostegno o che somigli a un piede SIN base, gamba: i p. di un mobile; in senso fig., parte inferiore di qlco.;

Bacile = recipiente per liquidi, largo, poco profondo, di uso domestico o liturgico SIN catino, bacinella (dal vocabolario Devoto-Oli)

Quindi pötuaciüle (ammessa anche la grafia pöte-uaciüle) è quel supporto metallico che nella parte superiore (80 cm. da terra) sostiene il catino, e in quella inferiore regge una brocca.

Alcuni erano dotati anche di un sostegno per la saponetta e di braccetto per appendere gli asciugamani. Altri addirittura di uno specchio.

Il tutto, piede, brocca e bacinella era adoperato come lavatoio per le mani e per il viso. Il catino, rimovibile, si spostava a terra per le abluzioni ai piedi, e ad altra altezza per le altre parti del corpo che di volevano lavare.

I porta bacinella erano costruiti dai nostri bravi artigiani locali. Ogni fabbro lo modellava a modo suo, ma tutti i manufatti avevano misure standard per la circonferenza del catino.

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Preciöse

Preciöse s.f. = Precesa

Fascia di terreno agricolo, generalmete arata prima dell’accensione delle stoppie.
È una misura precauzionale per evitare il propagarsi di incendi.

Esiste una normativa nazionale e regionale sulla larghezza della precesa, sull’epoca dell’accenzione delle stoppie, e delle misure precauzionali da mettere in atto.

Forse deriva dall’italiano pre-accesa. Un altro metodo, oltre che con l’aratura, è quello di incendiare sotto stretto controllo, solo una fascia di stoppia. Quando si incendiano tutte le stoppie c’è terra bruciata e l’incendio è circoscritto e controllato e non può propagarsi..

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Precöche

Precöche s.f. = Pesca a pasta gialla

Il termine “Percoca” sta entrando nel lessico italiano.
Si tratta di una varietà molto particolare, con polpa gialla e dura,  del frutto commestibile prodotto dal pesco, detto In latino persica praecocua forse nel significato di precoce.

Alcune varietà hanno il nocciolo aderente alla polpa (percoche duracine); altre no (percoche spaccàgnole).

I nostri nonni anticipando o emulando inconsapevolmente la sangrìa spagnola, usavano far macerare al fresco pezzi di precöche nel vino rosso per esaltare il sapore e il profumo di entrambi i componenti del connubio solido-liquido, solido, cibo e bevanda.

Se pronunciato al maschile ‘u precùche significa parolaccia, improperio, turpiloquio.

Ovviamente non ha nulla a che vedere con il deliziosissimo frutto del Prunus persica.

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