Premessa indispensabile: il FLIT era un nome commerciale, forse un’abbreviazione di fly-tox = veleno per gli insetti volanti, prodotto dalla Esso, composto da petrolio e piretro. Veniva venduto il lattine con il tappo a vite, come il diluente per vernici. Il nome proprio è diventato nome comune, come biro, rimmel, eternit, terital, ecc.
La pompe ‘u flitte – chiamata dagli Americani “Flit gun” = canna/cannone per il Flit – era un attrezzo domestico per nebulizzare un qualsiasi insetticida liquido.
Consisteva in un serbatoio contenente l’insetticida, ed un cilindro in cui scorreva la pompa manovrata a mano, come quella della bicicletta. Il getto d’aria usciva attraverso un forellino e risucchiava il flit dal serbatoio attraverso un tubicino che pescava nel liquido, posizionato a 90° dall’ugello dell’aria, e lo spargeva nebulizzato nel locale da liberare da mosche e zanzare.
Un passo avanti fu fatto negli anni 40. Per difendere dagli insetti e dai parassiti i soldati americani che combattevano nelle paludi furono rifornì di bombole spray che però erano grosse, pesanti e ingombranti.
Io ricordo che erano di colore nero, e che si trovavano facilmente sul mercato nero, sicuramente trafugate agli Alleati. Una volta aperte, a strappo, erogavano tutto il loro contenuto perché non avevano alcun pulsante d’arresto. Abbiamo poi scoperto che, per interromperne il getto, bastava capovolgere la bomboletta.
Dopo il boom delle bombolette spray, il cui gas di carica si è poi rivelato nocivo all’ambiente, si è fatto ricorso alla semplice aria compressa, come quella della originale pompe ‘u flitte…