Categoria: N

Navegànde

Navegànde s.m. = Marinaio

In dialetto marinaio, che ho usato quale termine corrispondente, significa addetto alla pesca, pescatore.

In italiano marinaio ha due significati:
1 – Chi lavora abitualmente, in varia forma, sulle navi.
2 – Militare non graduato appartenente al corpo della marina.

Noi adoperiamo per il significato 1 il sostantivo navegànde = navigante, ossia specificamente chi fa parte dell’equipaggio di una nave mercantile, e che perciò naviga per professione per tutto il mondo da un porto all’altro su navi da trasporto.

Ringrazio il dott.Enzo Renato per il suggerimento.

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Navìchele

Navìchele s.f. = Culla

Culla, lettino per neonati, di solito con la base a dondolo per facilitare il sonno al pupo.

Il termine navìchele, a volte pronunciato navìcule, significa piccola imbarcazione, barchetta, navicella. Difatti dizionario etimologico italiano, alla voce navicella, cita: dal latino NAVIS = nave, diminutivo NAVÍCULA = navicella

Ogni sorta di oggetto (vaso, cesto ecc.) fatto a foggia di nave. Per esempio anche il paniere sospeso sotto gli aerostati, e quindi anche la nostra culletta, con le sponde.

Le spose odierne chiamano ‘a cullètte = la culletta.   Non mi piace il simil-italiano.

(foto reperita nel web)
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Nazze

Nazze agg. = colmo, pieno 

L’aggettivo deriva dal latino nassam. Si riferisce a qualunque contenitore pieno fino all’orlo, fin quasi a tracimare.

Per estensione si riferisce a persona ubriaca che barcolla perché – ovviamente – è piena di vino o alcol.
Sté nàzze Frangìsche = Francesco è colmo, è pieno di vino.

L’aggettivo viene spesso raddoppiato nazze-nazze = pieno pieno.

Si addice anche ai neonati, i cui pannolini esalano odori rivelatori: sté nazze-nazze = è pieno pieno (immaginate di che cosa…)

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Nazzeché

Nazzeché v.t. = Cullare

Far addormentare o calmare il bambino facendo oscillare la culla.

Dondolare tra le braccia il bambino accompagnando il movimento con cantilene.

Le donne anziane tenendo il bimbo in braccio, facevano un movimento avanti-indietro sulla sedia, prima sul davanti, e poi – spingendo la spalliera – all’indietro, senza rischio di stramazzare a terra!

Per far dormire il pupo “a braccia”, ossia senza culla e senza sedia, l’italiano adopera un bellissimo verbo: ninnare, ossia fare addormentare i bambini cullandoli e canticchiando la ninnananna (vocabolario Sabatini-Coletti.)

Nella forma intransitiva nazzecàrece significa dondolarsi, specialmente di un dente che non è saldo nel suo alveolo ed è prossimo alla caduta.

Ce nazzecöje u dènte de nnanze = dondola il dente davanti.

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Ncaccavé

Ncaccavé o Ncaccavéje v.t. = Sporcare, insudiciare

Rendere molto sporco qlco, come l’esterno di una pentola, di quelle che si usavano sul fuoco di legna per cuocere vivande, quindi completamente annerite.

Queste pentole erano chiamate ‘u caccavjille, o ‘u caccavone, a seconda della dimensione.

Quindi il p.p. è ‘ncaccavüte = sporco e annerito.

Può essere riferito anche a una persona annerita dall’abbronzatura: Te sì fàtte nìrje ‘ncaccavüte! = Sei diventato nero come il fondo della pentola!

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Ncaccavüte

Ncaccavüte agg. = Incrostato

Coperto di materie polverose o rivestito di un deposito di materiali sedimentosi o induriti.

Specialmente riferito al fondo annerito dei tegami che si ponevano direttamente sul fuoco, e ricoperti esternamente perciò da fuliggine incrostata.

Per estensione si attribuisce l’aggettivo a persone con scarso senso della pulizia.

Scherzosamente e per invidia verso qlcu molto abbronzato si dice che jì nìrje ‘ncaccavüte= è nero incrostato, che ha assunto una colorazione scura come il fondo della padella, ossia che non va via facilmente.

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Ndàcche

Ndàcche s.m. = Taglio.

Il termine in dialetto ha valenza maschile, ‘u ‘ndacche, e indica specificamente un taglio profondo, derivato da un fendente di coltello, di rasoio, prevalentemente dato in modo preterintenzionale.

Altro significati: tacca, intaglio, innesto, ferita, taglio chirurgico.

Il verbo è ‘ndacchéQuanne u varevjire m’ho fatte a vàreve, m’ho ‘ndacchéte sotte ‘a basètte..

Al femminile si può chiamare ‘a spaccàzze = spaccatura.

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Ndauléte

Ndauléte s.m. = Intavolato

Superficie piana verticale costituita da tavole connesse tra loro per formare un pannello divisorio di ambienti.

Era alta circa 2 m partendo dal pavimento, e non arrivava al soffitto.

Nei locali a piano terra, vano unico di circa m 5 x 5, essa delimitava il retro dello stanzone, adibito a camera da letto, dall’ingresso-angolo cottura.

Qlcu pronuncia ‘ndaveléte, da tavola, asse di legno. Ammesso.

Il temine che stiamo trattando va bene anche quando le assi di legno sono poste in posizione orizzontale per pavimenti o solai o soppalchi.

 

Attualmente, quando è necessario erigere una parete divisoria tra due ambienti, si usa il carton-gesso, rapido, economico, e senza eccessiva manutenzione.

 

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Ndérèclìsme

Ndérèclìsme s.m. = Clistere, enteroclisma

Congegno fu inventato nel 1879 per stimolare le funzioni intestinali.

L’operazione consiste nell’introduzione di un liquido o medicinali nell’intestino retto per via anale.

Questo strumento formato da un recipiente cilindrico di vetro della capacità di 1 litro, ingabbiato in una struttura di legno o di metallo, con la base a collo d’imbuto collegato a un tubo di gomma flessibile.

Quest’ultimo era connesso a una cannula rigida di celluloide, provvista di rubinetto a sfera.

Si riempiva il contenitore del clistere con acqua tiepida saponata e lo si collocava appeso alla parete o a un supporto, comunque in posizione alta rispetto al paziente.

Si introduceva la cannula rigida nell’ano del paziente, e si azionava il rubinetto. Per la pressione atmosferica il liquido scendeva rapidamente nel suo intestino.

Dopo 30 minuti, con un forte stimolo, il soggetto doveva correre al bagno, e scaricava l’acqua introdotta e in più, naturalmente, tutto il materiale organico presente nell’intestino, traendone immediato sollievo.

L’operazione poteva essere ripetuta, non aveva contro-indicazioni, perché era totalmente ecologica…agiva meglio della dolce Euchessina o del confetto Falqui.

Era l’antesignano delle famigerate perette di gomma.

Spero di essere stato scientificamente esauriente.

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Nderlànde

Nderlànde s.m. = Punto lungo da imbastitura.

Il nome deriva dal latino inter lego. È uno degli innumerevoli interventi sulla stoffa in uso nelle sartorie per confezionare gli abiti.

Mené ‘i ‘nderlande = imbastire

Il punto lungo serve  per “tracciare” la cucitura di due stoffe già praticamente imbastite, da farsi successivamente con la macchina da cucire. (grazie a Lino Brunetti per il suggerimento)

A volte il punto lungo viene imbastito lento,  e viene tagliato a metà (imbastitura tagliata).
Anche questo punto serve da guida per la successiva passata alla macchina da cucire con precisione millimetrica .

 
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