Categoria: N

Nzertéje

Nzertéje v.t. = Infilare

Esiste la versione breve nzerté.

Attraversare con un filo, facendo passare un capo del filo per uno stretto foro.
‘Nzerté l’éche = Infilare l’ago.

Nen si’ bùne manghe a ‘nzerté l’éche… = Non sei capace nemmeno a infilare l’ago…
Ossia non conosci l’ABC, i rudimenti del mestiere, e vuoi atteggiarti ad esperto?

Capitava che qualcuno, sapendo mettere in fila quattro accordi (Do, Lam, Rem, Sol7), si riteneva chitarrista.

Nzerté può significare, per estensione, fare centro, colpire giusto, azzeccare un risultato, imbroccare la via giusta, un procedimento.

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Nzeté

Nzeté v.t. = innestare, praticare innesti botanici.

Nzeté v.t. = Innestare, praticare innesti botanici.

Verbo specifico del mondo rurale. I nostri nonni, che non avevano studiato Agraria, potevano dare dei punti ai Dottori Agronomi perché la loro scuola derivava dall’esperienza dei loro antenati tramandata di padre in figlio.

Sapevano benissimo quali piante erano compatibili tra di loro perché l’innesto potesse riuscire. Questa tecnica è tuttora largamente praticata anche in campo sanitario (chirurgia plastica per correggere danni estetici o funzionali con innesti ossei o tessutiali)

L’operazione in agricoltura consiste nel collegare assieme (attraverso tecniche diverse: innesto a taglio, a gemma, a corona, a triangolo, ecc.) una pianta che ha un buon apparato radicale ed un’altra che produrrà dei frutti. Importante e fondamentale è la corretta incisione nel ramo di un tipo di albero per collocarvi un rametto dell’altra pianta. Si fascia il tutto ben protetto e la natura fa il resto!

Presumo, ma posso sbagliare, che il verbo abbia come riferimento il sostantivo züte, nel senso di sposo/a. Quini, a mio parere, significa proprio “sposare”, unire saldamente i due “sposi” vegetali.

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Nzevéje

Nzevéje v.t. = Insudiciare

Sporcare, insudiciare qlco come se l’oggetto fosse unto di sego. (Vedi: ‘u süve).

Quann’jì ca te ljive ‘sta cammüse?: ‘u vüte ca ‘u cullètte sté nzevéte? = Quando è che ti levi questa camicia?: lo vedi che il colletto è insudiciato?

È ammessa la pronuncia breve ‘nzevé.

Provo a fare l’intera coniugazione dell’indicativo presente:
nzevöje, nzevjìje, nzevöje, nzevéme, nzevéte, nzevèjene.

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Nzevüse

Nzevüse agg. = Unto

Al femminile suona nzevöse.

Non nel senso biblico di “Prescelto dal Signore”, ma proprio ricoperto da una patina di sporco, viscido, come spalmato di süve = sego.

Il termine designa altresì l’atteggiamento non proprio modesto assunto da qlc persona arrogante, presuntuosa, o altezzosa.
Deriva dal verbo nzevéje (o nzevé), = insozzare, insudiciare.

Sà lu jì, ca códde jì nzevüse = Lascialo andare (lascialo perdere), perché costui è borioso

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Nzìcchete-nzìcchete

Nzìcchete-nzìcchete avv = Inaspettatamente

Usato nella locuzione ‘Nzìcchete-nzìcchete = Improvvisamente.

Mi sembra un suono, onomatopeico, di  pronuncia veloce, simile a zàcchete(*) così come rapido e improvviso è il suo enunciato.

E tóje, mo’ te ne vine nzìcchete-nzìcchete, e me vine a fé ‘pròpete a mme ‘stu sorte de presendatàrme = E tu ora, te ne vieni tutto d’un tratto e mi vieni a fare questo grande rimprovero.

Stèmme tanda bèlle mangiànne, quanne nzìcchete-nzìcchete, Giuanne c’jì misse a chjange! = Stavamo così bene a mangiare, quando tutto d’un tratto, inaspettatamente, Giovanni si è messo a piangere.

Sinonimo: tutte ‘na vòlte = tutto d’un tratto, inaspettatamente.

(*) Zàcchete. Voce onomatopeica che esprime, come za e zac, un colpo o taglio rapido:(dall’enciclopedia Treccani on line)

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Nzïne

Nzïne avv. = In grembo

La preposizione in si lega sempre al termine successivo.

 In+zïne = ‘nzïne = In seno, in grembo.

Altri esempi: ingjile, ‘ndèrre, ‘ngule, ecc.

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Nzìste

Nzìste o anche, con termine più antico, Ndìste.  agg. = Vivace, attivo, ingegnoso.

L’aggettivo è attribuito alla persona che usa proficuamente la sua intelligenza, la sua capacità risolutiva, la sua dinamicità

La sua valenza positiva desta sicuramente molta ammirazione.

E mmò lu frjiche a Giuànne! Códde jì acchessì ‘nzìste! = Non è per ora che(difficilmente) riuscirai a raggirare Giovanni. Costui è così sveglio e abile!

Nel dialetto napoletano invece si indica con “Ommo ‘nzisto” una persona spavalda, prepotente.

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Nzjamé!

‘Nzjamé int. = Non sia mai!

Interiezione che si intercala nel discorso allorquando si auspica che quanto si racconta non debba mai verificarsi.

Invito alla prudenza. Va bèlle bèlle p’a màchene: ‘nzjamé t’avìss’a capeté quacche cöse!= Va’ adagio con l’auto: mai sia ti dovesse accadere qualcosa (di spiacevole)!

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Nzògne

Nzògne s.f. = Sugna, strutto

Grasso solido di maiale, di colore biancastro, usato in cucina per friggere.

Con l’era delle diete, la sugna è aborrita dalle nostre mense.

Fé ‘a ‘nzògne = fare la cresta sulla spesa, trattenersi il resto.

Il nome deriva dal latino auxungiam = sugna.

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Nzólte

‘Nzólte s.m. = Insulto (med.)

In medicina si definisce insulto un attacco, un accesso, un’insorgenza improvvisa e violenta di una manifestazione patologica. Per esempio: un insulto d’asma, un attacco cardiaco, infarto letale.

Puverjille, ‘nu crestiéne anziéne ò ‘vüte ‘nu nzólte e l’ànne truéte mùrte ‘nde la chése = Poveretto, un uomo anziano è stato colpito da un infarto ed è stato trovato morto in casa sua.

Era usato come improperio contro qlc manigoldo cui non si poteva controbattere in altro modo. La famosa “sendènze!

T’uà venì ‘nu nzólte….t’uà venì jüne e bùne! = Ti deve colpire un attacco cardiaco! Ti deve insorgere uno solo, ma intenso!
Esiste una variante dell’anatema che non dà scampo: T’uà venì ‘nu nzólte malìgne! = Ti deve colpire un attacco cardiaco maligno, che non ti darà scampo!

Quale sinonimo le nostre nonne parlavano di delöre matröje = dolore supremo, come dire che è generato dalla madre (cattiva, la matrigna) di tutti i dolori, tipico dell’infarto cardiaco o dell’angina pectoris. Altre dicevano delöre matröne forse perché riportato male di bocca in bocca. Facile l’errore perché la pronuncia differisce solo nel finale, non accentato.

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