Mamórce s.m. = Sgorbio, scarabocchio.
Al plurale fa mamùrce.
Alcuni pronunciano mamócce e mamùcce, omettendo per rapidità la “r”. Accettabile.
Quando non esistevano le biro e si scriveva con il pennino intinto nell’inchiostro liquido, molto più facilmente gli scolari macchiavano libri e quaderni loro e altrui.
Allora si usava la locuzione mamùrce p’i ‘ndùrce, come dire, forzando un po’, ma solo per la rima: scarabocchi coi fiocchi.
È un simpatico rafforzativo con la rima per definire quegli orribili sgorbi riscontrati sui quaderni o sulle pagine dei libri dei bambini con poca dimestichezza con il pennino, perché appena agli inizi sulla strada dell’apprendimento della scrittura.
I ciambe de mosche = le zampe delle mosche = anche questi possono essere considerati scarabocchi o meglio denotano una scrittura incomprensibile che poteva causare un brutto voto in materie che non esistono ormai più, come ed esempio “la bella scrittura”.