Categoria: M

Mezza-sègge

Mezza-sègge s.f. = Sediolina

Si tratta di una sedia da adulti con i piedi piuttosto bassi. Era usata per eseguire lavori di sartoria, perché consentiva alle donne di accavallare le gambe per sostenere il tessuto in lavorazione.

Allora le donne di coscia lunga erano rarissime.

Ricordo di aver sentito anche la versione sedjöle = seggiolina

Ricordo mia nonna che nelle sere d’estate poneva un telone sul marciapiedi davanti l’uscio di casa sua. Poi si accomodava sulla mezza-sègge e raccontava bellissime favole a noi marmocchi, nipoti e vicini, seduti sul telone intorno a lei.

(Foto di Bruno Mondelli. Sediolina degli  anni ’30 originale di fattura artigianale, appartenuta ai suoi nonni)

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Mezza-škanéte

Mezza-škanéte s.f. = Mezza-pagnotta

Pesante asse di legno a forma di semicerchio, spesso 10 cm e del diametro di almeno 50 cm.

Usata dai sarti come appoggio per stirare gli angoli difficili di un indumento in lavorazione.

Viene chiamata anche mezza-lüne = mezza-luna dalla sua forma semicircolare.

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Mezzafèmene

Mezzafèmene agg. e s.f. = Effeminato

Che ha aspetto o atteggiamenti poco virili; soggetto eccessivamente curato e lezioso. Non è detto che costui sia pederasta o gay.

Può succedere che commessi di biancheria femminile o parrucchieri per signora, a furia di contattare una clientela formata da sole donne, imitino inconsciamente i loro atteggiamenti, il loro modo di parlare e i loro discorsi.

Alla lettera significa “metà donna”: ho sentito dire anche mezza-figghjöle = mezza figliola.

‘U vüte accüme ce vèste? Assemègghje a ‘na mèzza-fegghjöle = Lo vedi come si veste? Sembra un effeminato.

Alcune di queste persone possiedono un notevolissimo senso estetico: altrove diventavano ballerini o stilisti (Schubert, il primo stilista italiano, Nureyev, Armani, Valentino, Versace, ecc.) Da noi erano chiamati ad addobbare, dietro modesto compenso, le vetrine di qlc negozio alla moda, o a sistemare il corredo della sposa in esposizione prima della ‘consegna‘, incombenze che eseguivano con un gusto veramente ammirevole.

Ripeto, non è detto che queste persone siano omosessuali. È l’atteggiamento che li ‘condannava’ nel secolo scorso.

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Mezzanèlle

Mezzanèlle top. = Mezzanelle, terreni tra il monte e il piano.

Toponimo indicante il territorio in pendenza da Via Barletta alle pendici del Gargano sotto Pulsano.
Per secoli sono state invase da piante di fichidindia. Usato anche come pascolo. Terreno sassoso e roccioso, che non consentiva altro tipo di coltivazione.

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Mezzanöne

Mezzanöne top. = Borgo Mezzanone

Enclave manfredoniana in territorio di Foggia.

Borgo sorto ad opera dell’Ente Riforma Fondiaria nell’immediato dopoguerra.

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Mezzanüne

Mezzanüne s.m. = Soppalco

Locale ricavato suddividendo orizzontalmente un ambiente di notevole altezza.

Si tratta di un sottotetto, un controsoffitto, generalmente un piano di legno sostenuto da travi, costruito all’interno di una stanza dal soffitto particolarmente alto, in modo da ricavare una superficie da adibire a deposito. Si accedeva da una scala esterna a pioli

Se lo spazio era abbastanza alto, e il soppalco diventava abitabile, e accoglieva un letto per l’ ospite inatteso.

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Mèzze-fainèlle 

Mèzze-fainèlle s.f. = Busiati, maccheroncini

Alla lettera significa mezza carruba. Sono chiamati anche, quando superano i 5 cm di lunghezza, maccarungiüne a ferrètte (maccheroncini al ferretto).

Si tratta di maccheroni di grano duro realizzati con l’aiuto di un apposito ferretto a sezione quadrata, o di un sottile stelo di giunco.

Dall’impasto di acqua e farina si staccavano due pezzi della grandezza di una nocciola. Si ponevano affiancati sulla madia.
La massaia poneva il suo stecco di ferro sopra i due gnocchetti e col palmo delle mani lo faceva scorrere un po’ in avanti in modo che la pasta morbida gli si avvolgesse intorno. Poi con un movimento rapido, afferrava il ferretto da un’estremità e con l’altra mano sfilava i due maccheroncini che risultavano col buco (come gli “ziti” tagliati, della lunghezza di 5 cm) e li poneva ad asciugare sulla setella .

Sono ottimi conditi con il ragù di agnello.

Nota: i busiati si ritrovano nella gastronomia di quasi tutte le regioni meridionali. Naturalmente cambiano nome a seconda dei luoghi. In Calabria si chiamano maccheroni ‘mparrettati (inferrettati) o cannizzuoli se vengono realizzati con sottilissime canne. Identici ai cannizzuoli sono i busiati siciliani, che devono il loro nome all’erba busa, un giunco sottilissimo. Maccheroni al ferro sono anche i maccarones a su ferritus sardi, e i minuichi lucani.

A me sembrava che l’origine del nome derivasse da un dialetto settentrionale: a quelle latitudini “buso” significa buco.

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Mezzéne

Mezzéne s.f. = Triglia

Pesce del Mediterraneo (Mullus surmuletus), di colore rosso, pinne dorsali corte ed è ricercato per la bontà delle sue carni.

Riporto i nomi attribuiti alle varie varie dimensioni delle triglie, in ordine crescente, dalle più piccole alle maggiori:

Justenèlle pl. inv.
Mezzéne pl. inv.
Trègghje pl. inv.
Tregghjelöne, pl. Tregghjelüne

La grandezza dipende ovviamente dall’età dei Mullus surmuletus. Le triglie, di qualunque dimensioni, sono sempre e comunque squisite.

Buon appetito.

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Mezzöne

Mezzöne s.m. v.t. = mozzicone, cicca;  eludere, scansare, fare finta di corpo

1) – Mezzöne – È la parte rimanente di un oggetto parzialmente reciso, spezzato o consumato.
Specificamente noi intendiamo la parte incombusta di una candela o la parte terminale  una sigaretta o del sigaro

Mi ricordo, quando le sigarette erano prodotte solo senza filtro,  di qualche disperato jöve recugghjènne ‘i mezzüne = andava raccogliendo le cicche che i fumatori abbandonavano nella Villa o per il Corso, con le quali confezionava e si fumava dei puzzolentissimi spinelli.  Effetti della miseria.

2) – Fé ‘u mezzöne,  Nel gioco del calcio si usa un brutto verbo, dribblare, passato dall’inglese, ossia fare dribbling; finta di corpo, movimento d’inganno per superare l’avversario.

Nei giochi fanciulleschi fé ‘u mezzöne signifca spiazzare l’inseguitore cambiando improvvisamente direzione della fuga.
Eludere, scansare abilmente una minaccia, sgattaiolare.

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Mìcule

Mìcule s.f. = Lenticchia

Lenticchia (Lens culinaris); è una leguminosa nota sin dall’antichità, e appartiene alla famiglia delle Fabacee.

Sulla scorta del latino lenticula, significa piccola lente.

È una dicotiledone annuale. I frutti sono dei baccelli che contengono due semi rotondi appiattiti, commestibili, ricchi di proteine.

Rinomate quelle di Castelluccio di Norcia, sui Monti Sibillini, in Umbria.

Parola quasi in disuso, usata solo da persone ultra settantenni. Ora si dice lendìcchje, quasi come l’italiano.

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