Categoria: M

Mbusté

Mbusté v.t. = Appostare

Accettabile anche le versioni ‘mbustjé,  e pustjé

Deriva dal latino in+positum

Spiare, sorvegliarne, tallonare qlcu.

L’agghje ‘mbustéte fin’a quanne jì turnéte alla chése = Mi sono messo a fare la posta fino a quando è ritornato a casa sua.

Valida anche come locuzione sté ‘mbustéte = appostarsi, osservare.

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Meccjüne

Meccjüne avv. = Celatamente

Viene usato nella locuzione alla meccjüne = di nascosto, in maniera celata.
Va bene anche scritto alla mecciüne, con la “i” breve.

A mio parere deriva da ‘mmuccé, ammuccé = nascondere, coprire

Mi sovviene la divertente locuzione napoletana aummo-aummo

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Meccüse

Meccüse agg. e s.m. = Moccioso

1) agg. Pieno di moccio, sporco di moccio;

2) s.m. Bambino che ha ancora il moccio al naso. Per estens. con valore iron. o pegg., ragazzo che si dà arie da adulto. Al femminile suona meccöse.

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Mecöne

Mecöne s.m. = Muffa

Muffa che si forma nei luoghi chiusi, umidi, stantii, che emana cattivo odore, tanfo.

È prodotta da un micromiceto = fungo microscopico. Presumo che proprio da miceto possa derivare mecöne.

Jépre ‘a porte de quabbàsce, ca ce sènde ‘na tambe de mecöne! = Apri la porta di qua sotto, ché si avverte un tanfo di muffa.

Da bambino mi scompisciavo dal ridere quando sentii dire ‘nu fjite de mecöne. Avevo capito una puzza di Michele!

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Meddüche

Meddüche s.f. = Mollica

È la parte interna morbida e soffice del pane.

Il termine, come tutti quelli che contengono la doppia ‘d’ è cosiderato desueto, antico e rozzo. Ora si dice, credendo di ingentilire l’idioma, mullüche.

Al plurale ‘i mullüche indica genericamente le briciole del pane cadute sulla tovaglia anche se contengono frammenti piccoli di crosta.

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Mèdeche

Mèdeche o Magnètte o Sanguètte s.f. = Sanguisuga, mignatta.

Con il termine sanguisuga (Hiruda Medicinalis) vengono comunemente chiamate le specie di Anellidi appartenenti alla sottoclasse Hirudinea. Esse vivono generalmente nelle paludi.

La bocca è circolare e provvista di dentelli calcarei. Produce un potente anticoagulante per meglio succhiare il sangue e un anestetico per impedire alla vittima di provare dolore, permettendole così di nutrirsi indisturbata.

Una volta nutrite, le sanguisughe possono rimanere per mesi senza prendere cibo.

Erano usate fino agli anni ’50 per provocare salassi allo scopo di abbassare la pressione sanguigna. Si vendevano in farmacia dietro prescrizione medica.

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Mègghje-a-Düje!

Mègghje-a-Düje! inter. = Guai! Non sia mai!

Credo che l’interiezione completa sia: Meglio che Dio ti chiami piuttosto che vederti combinare questa malefatta. Guai a te!

Variante: mègghje-a-lu-Düje = Non sia mai! Meglio che il (nostro) Dio…(ti risparmi la sua ira).

Variante per i devoti della Vargine: Mègghje-a-la-Madònne!

Ad una vispa vecchietta che festeggiava le nozze d’oro fu augurato un altro cinquantennio assieme a suo marito. La sua risposta fu immediata, lapidaria e allarmata: Mègghje-a-Düje!  😀

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Megnùzze

Megnùzze s.m. = Spina (detta anche tenone o piolo)

incastri-in-legno_o1Nome tipico usato in falegnameria. Sono dei cilindretti di legno, denominati spine che si inseriscono in fori praticati sui componenti da collegare e perfettamente coincidenti. Questo tipo di incastro viene detto “spinatura” e si utilizza per realizzare unioni di testa o di costa fra elementi piani e tondi.

Le spine hanno la superficie scanalata longitudinalmente per consentire maggiore aderenza della colla. In effetti sembrano dei piccoli rigatoni…

In pratica si utilizza questo cilindretto di legno duro (generalmente faggio) che si inserisce, per metà della sua lunghezza, in un foro eseguito su una delle parti da congiungere, mentre l’altra metà si inserisce nel corrispondente foro (detto anche caletta) praticato sulla seconda e parte diventa solidale con essa per effetto dell’adesivo vinilico.

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