Giòvene de ciàppe = loc.id. Giovane elegante, ma di poco costrutto.
La ciàppe è il gancio che allaccia i due lembi della cappa, il tabarro dei nostrti nonni. I gancetti minuscoli per i reggiseni si chiamano ciappètte.
Una volta tutti gli uomini, invece del cappotto, d’inverno usavano un mantello che era allacciato al collo da questo fermaglio di metallo. Spesso era di ottone lucidato col Sidol.
Se era particolarmente rifinito, la ciàppe riluceva sul mantello nero. Era la prima cosa che saltava agli occhi quando si osservava il giovanotto.
L’origine della locuzione è decisamente iberica infatti in spagnolo hombre de chapa significa uomo serio, assennato, giudizioso.
Da noi viene spesso usato in antitesi, oppure in maniera ironica. Per molti la cappa non mostrava quello che c’era sotto, e l’aspetto esteriore poteva nascondere ben altro.
Allora figuratamente il giòvene de ciàppe era uno che badava all’apparire e non all’essere.
Proprio come fanno molti ragazzi dei giorni nostri.
La natura umana non cambia mai: cambiano i mezzi e le epoche.
Fine della lezione di morale.
Ecco cosa scrive l’amico Enzo Renato per spiegare il significato della locuzione dialettale:
«Vado ad intuito e penso si riferisca alle “ciappe“, i ciappette, chiusura a scatto di stagno, quindi uomini di ciappe, di poco conto, rispetto ai bottoni, forse più “dignitosi” delle ciappette!
Il numero e la posizione dei bottoni ha sempre contraddistinto chi li portasse o indossasse. Avere molti bottoni forse nell’immaginario popolare antico corrispondeva al meglio, come per la “coppola” .
Si diceva anche di un uomo di poco conto che è “ l’óteme bettöne d’a vrachètte!” = l’ultimo bottone della patta. oppure che “Oraméje jì cadüte a còppele!” = ormai gli è caduta la “coppola” (segno che anticamente contraddistingueva il maestro artigiano) come per dire non ha più l’autorità del Maestro.»