Cannarüte agg. = Famelico, vorace, goloso
Deriva da “canna”, il tubo dell’esofago che porta il cibo dalla bocca allo stomaco, evidentemente ben funzionante.
Il termine, alla lettera, significa dotato di ottima canna, intesa come la “gola” del goloso.
Cannarüte è riferito al mangione nel senso di famelico, ingordo, insaziabile.
Per i golosi di dolciumi esiste un aggettivo specifico: Cianguljìre
Le nostre mamme bonariamente asserivano che noi monelli avevamo la “canna longhe accüme ‘i scöpe felìnje“.
Tuttavia ci assecondava, giustificando il fatto che avevamo la “canna lunga” (nel senso di essere insaziabili), paragonando la dimensione della nostra “canna” a quelle palustri, che producono quel pennacchio usato per fabbricare le scope morbide, adatte a raccogliere le ragnatele.
Potenza di sintesi del nostro dialetto!