Cunzegné ‘i ròbbe loc.id. = Esporre il corredo
Era consuetudine che i futuri coniugi, ognuno nella propria abitazione, ostentassero biancheria e oggetti che avrebbero costituito la dotazione del loro nido.
Era motivo di orgoglio per la famiglia, specie quella della sposa, poter esporre “i robbe a vìnde” = il corredo a venti. Ossia 20 maglie, 20 mutande, 20 sottane, 20 canottiere, ecc.oltre alla coperta di raso, vero gioiello per la sposa, e alla trapunta (cuèrta ‘mbuttüte), al pentolame, au renéle al uaciüle.
Il servizio di piatti di solito lo si aspettava quale regalo di nozze dai parenti.
Si diponeva tutto coreograficamente, secondo il gusto di qlc commare che fungeva da arredatrice. Addirittura qlcu chiamava ” ‘a crestjéne” = la persona (specializzata) a disporre degnamente la roba.
I parenti, opportunamenti avvertiti dell’esposizione, venivano in visita, lasciavano il regalo e la conferma della loro partecipazione al festino.
Si offrivano confettini, pizzarelle, e rosolio. Qualche spiritoso invece del bicchierino, si faceva versare il liquore dentro il “pisciatüre” (nuovo di zecca e mai usato, spero).