Chetògne s.m. = Mela cotogna
La frutta, come la mela cotogna è linguisticamente parlando, sempre al femminile (la pera, la banana, la pesca, l’albicorra, la ciliegia, ecc.) In dialetto invece è maschile ‘u chetògne. Al plurale la ‘ó’ ha un suono acuto ‘i chetógne.
Il cotogno, qui inteso come pianta (Cydonia oblonga) appartiene alla famiglia delle Rosaceae
La polpa del frutto, che è praticamente immangiabile anche in fase di maturità, pochissimo dolce, dura, e piuttosto acre, subisce con la cottura, una trasformazione drastica degli zuccheri “a lunga catena” contenuti ( quindi “poco dolci”) in zuccheri decisamente “dolci”, con uno spiccato profumo di miele.
‘I chetógne erano nominati in una sorta di filastrocca che si recitava per fare la conta (al posto di “Ah, nghi. ngò, tre civette sul comò…):
Chépe chetógne
‘u möse d’ajóste
e la cucchjére
e la furcjüne
e la scu-tèl-la.
Il bambino che faceva la conta, sillabava la filastrocca toccando con la punta delle dita – ad ogni accento tonico – gli altri disposti in cerchio. Ogni sillaba ad un bambino. Le ultime tre sillabe venivano pronunciate rallendando il ritmo in modo che chi era toccato per ultimo con la sillaba -la di scutèlla era il designato.
Ah stavo dimenticando la traduzione: Testa di mela cotogna, il mese di agosto, e il cucchiaio, e la forchetta e la scodella.
Quel chépe chetógne può significare “una delle più grosse mele cotogne”, o anche “una delle prime che cadono dalla pianta”.
Comunque non c’è alcuna logica nelle filastrocche. Difatti quale logica ci sarebbe nell’accertare che le tre civette sul comò facevano l’amore con la figlia del dottore?