Categoria: C

Cazzòtte

Cazzòtte s.m. = Pugno, girino

1) Pugno, cazzotto: colpo inferto con la mano chiusa, duro e violento;con termine antico, ormai desueto, si diceva pìmmene. Si usa nel toponimo Pìmmena-chjüse = Pugnochiuso, notissima località garganica.
Accr. Cazzuttöne = cazzottone

2) Girino di rana con corpo ovoidale, e coda allungata, nerastro, della dimensione di un fagiolo. Si muove nelle acque stagnanti per la spinta data dalle veloci oscillazioni date sua coda.

Negli stagni il girino cresce sviluppando le varie fasi della sua metamorfosi fino a diventare un ranocchio, anfibio che può vivere anche al suolo o sulle piante palustri.

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Cecalùcchje

Cecalùcchje s.m. = Mantide religiosa

È un insetto (Mantis religiosa) diffuso dall’Africa all’Europa Centrale che ama i climi caldo-temperati.
Erroneamente ritenuto dannoso per l’agricoltura,  o addirittura pericoloso per l’uomo che sta a contatto con la vegetazione.  Di qui il nome dialettale cicalùcchje o anche  cecalùcchje = che acceca l’occhio.

Di misterioso sappiamo solo che la femmina, dopo l’accoppiamento, che (beati loro) dura alcune ore, si divora il maschio, cominciando dalla testa…

La inesauribile Wikipedia ci fornisce una spiegazione diciamo biologica di questo cannibalismo:
«L’accoppiamento delle mantidi è caratterizzato da post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l’atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell’accoppiamento.
Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine, necessarie ad una rapida produzione di uova; prova ne è che la femmina d’allevamento, essendo ben nutrita, spesso “risparmia” il maschio.»

Ringrazio il dott.Enzo Renato per aver evocato questo termine dialettale quasi desueto.

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Ceccantònje

Cèccantònje o Cèccantògne s.f. = Pera giugnolina, pera S.Giovanni

La pöre Ceccantònje = pera giugnolina è parte di un Gruppo varietale di pera (Pyrus communis),
Questa pera locale, dalla polpe soda e succosa, matura già a metà giugno. È di dimensione piuttosto piccola, ma soddisfa pienamente il mercato locale. Ha la buccia sottile ed il torsolo morbido. Molti la mangiano tutta, escludendo solo il picciolo e la parte opposta. Dopo qualche giorno la polpa diventa più morbida e di color marroncino per eccessiva maturazione. Tuttavia è ancora edibile.

Per questo non viene coltivata su larga scala, proprio perché facilmente deperibile e perciò non adatta alla grande distribuzione, la cui filiera richiede giorni e giorni prima che giunga al consumatore.

Il nome strano significa “Ceccantonio”, come dire Francescantonio.
Forse perché compare sulle bancarelle verso la metà di Giugno (il giorno 13 cade la ricorrenza di Sant’Antonio da Padova). In Sicilia, probabilmente perché più tardiva, questa pera è chiamata Pera San Giovanni (24 giugno) o anche Pera San Pietro e Paolo (29 giugno).

Gli antichi Romani le chiamavano Pyra Hordaceus , cioè “pera dell’orzo”, perché maturava in corrispondenza della mietitura di questo cereale. (dal web).

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Ceccjöne vècchje

Ceccjöne vècchje loc.id. = Bamboccione

Semplicione, adolescente che vuole fare i giochi fanciulleschi con i bimbi più piccoli.

La sua mole talvolta sicuramente lo avvantaggia, per esempio nella corsa. Allore quelli che intervengono a sedare le inevitabili dispute, gli dicono che lui è ceccjöne vècchje, ossia che non deve competere con gli altri che sono in condizioni di inferiorità.

La madre per dissuadere il suo bimbo dal frequentare un gruppo turbolento, gli dice: nen ce jènne, ca quìdde so’ tutte ceccjüne vjicchje = non andarci che quelli sono tutti grandi e grossi (rispetto a te, e perciò saresti a disagio con loro).

Notate il plurale: ceccjüne vjicchje

Lo stesso dicasi del bulletto che è forte con i deboli, ma debole con i forti. (Scusate questa Massima: mi è scappata, senza riflettere).

 

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Ceccöne

Ceccöne agg. = Cocciuto

Proverbialmente testardo come un Montanaro.

Può essere un cognome Ciccone come quello della cantante americana Madonna, o del defunto don Michele, Parroco a S.Michele a Monticchio

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Cecenjille

Cecenjìlle s.m. = Novellame, velopendulo

bianchetto,jpg1) – È il nome commerciale attribuito al novellame del pesce azzurro (ma non solo), pescato nel Mar Mediterraneo (in particolare sardine e acciughe).

Altrove è noto come “schiuma di mare” e “neonata” o “sardedda”, “cicenielli”, “paranzola”,”ciacianielli”, “faloppa”, “bianchetto” “muccu”.

In qualsiasi modo la si chiami è una prelibatezza, una vera squisitezza per buongustai.

ugola2 ) Con lo stesso termine cecenjille si indica l’ugola, il velopendulo, cioè il “prolungamento mediano del palato molle che verticalmente pende al termine del cavo orale” (definizione anatmica da Wikipedia).
La foto ritrae una “persona” che si è fatto inserire un piercing nel velopendulo.

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Cecèrchje

Cecèrchje s.f. = Cicerchia

La cicerchia è una pianta leguminosa annuale (Lathyrus sativus) appartenente alla fam. delle Fabacee, che assomiglia alla veccia e contiene nei suoi bacelli dei semi poco più grandi dei piselli ma più schiacciati.

Le cicerchie si trovano solo secche, e vanno sottoposte a un lungo ammollo prima di cuocerle. L’acqua di ammollo va eliminata poiché contiene una sostanza che può dare problemi al sistema nervoso.

La cicerchia è un legume ormai quasi dimenticato, è coltivato solamente in alcune zone dell’Italia centrale in quantità ridotta. Il motivo di abbandono della loro coltivazione va ricercato nel miglioramento delle condizioni di vita.

C’è in questi ultimi anni un’inversione di tendenza per la loro importanza nella dieta vegetariana mediterranea e nell’agricoltura biologica.

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Cècere

Cècere s.m. = Cece

Pianta erbacea della fam.delle Fabaceae (Cicer Arietinum).

Cècere al plurale fa cìcere.

In Italia la coltivazione non è molto diffusa a causa delle basse rese e della scarsa richiesta; viene consumato principalmente nelle regioni meridionali.

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Cecerjille

Cecerjille s.m. = Chicco di grandine

Deriva, per la somiglianza morfologica, da cècere = cece (vedi)

Il termine è usato sempre al plurale. Difatti non cade mai un solo chicco di grandine!

Ma’, sté facènne ‘i cecerjille! = Mamma, sta grandinando!

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Cechéle

Cechéle s.f. = Canocchia

Crostaceo marino (Squilla Mantis) di piccole dimensioni, apprezzato per le sue carni; è detto anche cicala di mare.

Dà profumo e sapore alla nostra prelibata ciambòtte.

Durante il periodo della riproduzione, per effetto della cottura, la parte centrale della cicala si coagula, e forma il cosiddetto “cannùle” = cannelletto, di colore arancione e di consistenza più dura della restante polpa bianca, cannello che è ugualmente commestibile.

Per curiosità riporto le denominazioni regionali (dal web):
DENOMINAZIONI REGIONALI

* Abruzzo: Canocchia.
* Campania: Pannocchia, Spernocchia, Sparnocchia, Šcrefìce
* Friuli-Venezia Giulia: Canocia, Canoccia, Canocchia, Pannocchia.
* Liguria: Balestrin, Sigà de maa, Sighea.
* Marche: Cannoccia, Cannocchia, Panocchia, Nocchia.
* Puglia: Cannocchiella, Cecala, Caraviedde, Canocia.
* Sardegna: Càmbara de fangu, Solegianu de mari.
* Sicilia: Astrea, Cegala de mari, Schirifizu.
* Toscana: Canocchia, Pannocchia, Cicala di mare.
* Veneto: Canocia, Canoccia, Canòcchia, Panocchia.

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