Carevógne s.m. = Foruncolo.
Foruncolo, pustola, brufolo.
Il foruncolo è un’infezione superficiale della pelle, molto dolorosa, in genere causata dal batterio Staphylococcus aureus. Si presenta con un vistoso arrossamento che successivamente diventa gonfiore e poi in una sacca di pus.
Il termine carevógne deriva da “carbonchio”, infezione che colpisce i bovini (e talvolta anche l’uomo), anch’essa caratterizzata da pustole emorragiche molto dolorose.
Talora le pustole comparivano sotto le ascelle. Queste non erano singole, ma multiple, a grappolo, veramente dolorosissime e venivano chiamate al maschile i “rìzzetjille”.
Compare in diverse parti del corpo: dietro il collo, sugli arti, ai lati della bocca, ecc. Forse dovuto alla carenza di igiene o a disordini alimentari.
Per guarire dai foruncoli bisogna attendere pazientemente la loro “maturazione”, ossia che la parte dolente e tumefatta si trasformi in pus.
Bisognerebbe evitare di creare artificialmente una via d’uscita. Una volta era usuale bucare la pelle con un ago disinfettato (spungeché) e schiacciare la bolla per svuotarla dal suo contenuto purulento (’a matèrje).
Mia nonna, per accelerare la maturazione del foruncolo, lo ungeva con il grasso delle macchine e lo copriva con la carta oleata.
Altri, meno rustici di mia nonna, usavano un unguento, suggerito dal farmacista, a base di ittiolo.
Ai nostri giorni – ammesso che si manifesti ancora sulla cute dei divoratori di Nutella – i medici suggeriscono di usare l’olio di Melaleuca (*) che è un potente anti-batterico e anti-infiammatorio. Presumo che associandolo con un paio di pasticche di antibiotico si possa accelerare l’eliminazione del fastidio!
(*)notizie attinte dal web,
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