Cammurriste s.m. = Cammorrista
Nulla a che vedere con la famigerata attuale “camorra” napoletana.
A Manfredonia e credo in tutta la Capitanata il cosiddetto cammorrista degli anni ’50 era un personaggio con delle ferree leggi di comportamento inculcategli da una misteriosa società segreta cui erano affiliati.
Era obbligato a proteggere i deboli dai soprusi, a rispettare le leggi e la gerarchia, imparava le regole di vita, era discreto, educato, solidale con gli altri membri della camorra e con chiunque altro potesse aver bisogno di aiuto: insomma un cittadino esemplare.
In caso di necessità interveniva autorevolmente nelle controversie, e sapeva farsi rispettare perché emetteva giudizi equilibrati.
I giovincelli dell’epoca oltre a tutto questo, imparavano a usare il bastone e il coltello, per saperli adoperare, l’uno o l’altro, ma solo per difesa personale, e mai per offesa.
I cammurrìste di una volta erano persone che andavano sempre e comunque rispettate perché avevano carisma e non agivano mai d’istinto.
Ora sono del tutto scomparsi, almeno quelli che rispondevano alle caratteristiche sopra elencate.
Insomma il termine non era per nulla negativo come quello attuale che riconosce negli affiliati alla camorra solo soprusi, angherie, taglieggiamenti, spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e altre porcherie simili.
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