Autore: tonino

Belòcche 

Belòcche s.m. = Bioccolo

Lungo ricciolo di capelli, avvolto a spirale,

Mia nonna aveva un attrezzo di ferro, tipo forbici, con le “lame” di ferro a tondino: era l’arriccia capelli!

Riscaldava il marchingegno al fuoco del braciere e poi velocemente vi avvolgeva su una sola stecca a tondino i suoi lunghi capelli, e li fermava con l’altra lama per pochi secondi. Sfilandolo i capelli, per effetto del calore, rimanevano avvolti e tesi, come la pasta dei cannoli siciliani.

Quello era un belòcche (con la ò larga) al singolare. Al plurale si pronuncia belócche, (con la ó stretta). Normalmente si usava al plurale per indicare una capigliatura riccioluta.

Ninètte c’jì fatte i capìlle a belócche a belócche = Ninetta si è conciata la capigliatura tutta a bioccoli.

PS, in italiano il termine bioccolo definisce ciuffi di lana. Credo che per estensione possa andare bene al posto di ciocca di capelli, che mi dà l’idea di un mazzettino.
Esiste un termine in lingua più appropriato?

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Bèlle-giòvene

Bèlle-giòvene s.m. = Erba Cedrina, Limoncina

Pianta aromatica (Lippia Citriodora o Lippia thryphhilla) coltivata nei giardini di Macchia, e talvolta in vaso. Ha un intenso soavissimo profumo.

I giovinotti fino agli anni ’50 si stropicciavano un paio di foglie di cedrina sulle mani e sulla fronte e portavano addosso a lungo la sua gradevolissima fragranza, prima di andare a ballare.

Forse per questo vezzo maschile alla pianta è stato affibbiato il nome, intuibile di bèlle giòvene = bel ragazzo in cerca di conquiste.

Le nostre nonne, utilizzandone fiori e foglie, ottenevano un aromatico liquore digestivo. Ormai, con Acqua e di Colonia e Liquori di gran Marca (tutti prodotti industriali) la coltivazione di questa pianta è andata del tutto in disuso, almeno dalle nostre parti.

Ringrazio Enzo Renato per il suggerimento.

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Allicsbrótte

Allicsbrótte loc.avv. = Improvvisamente

Si può scrivere all’ix brótte. Taluni pronunciano all’ex abbrótte.

Nel corso dei secoli si è tramandata chissà come nel nostro dialetto, magari quello parlato dalle persone più anziane.

La locuzione latina ex abrupto, tradotta letteralmente, significa improvvisamente.
È l’inizio della prima dele orazioni Catilinarie di Cicerone.

Ovviamente nel dialetto ha subìto corruzioni nel corso dei secoli. Usata in contesti diversi anche al giorno d’oggi, mette in rilievo nettamente il carattere improvviso e inaspettato di un atteggiamento o dell0evolversi di una situazione.

Ritengo tuttavia che sia un termine diventato un po’ gergale. Forse è usato in ambienti marinareschi, o comunque ristretti.

L’ho sentita recentemente in un racconto curioso. Si trattava di un volo di ritorno dal santuario di Fatima. Durante una fase di turbolenza, con evidente tremarella del gruppo di pellegrini, si alza all’ex abrupto il sacerdote e impartisce ai passegeri la benedizione con l’intento di tranquillizzare i fifoni. Non trascrivo le invettive contro il povero prete!

La pronuncia di all’icsbrótte è un po’ incespicosa….

Io personalmente trovo più diffuso e più fantasioso il termine secherdüne o la locuzione tùtte ‘na vòlte = tutto d’un tratto.

Sapete che gli Inglesi, oltre al diffuso suddenly usano anche abruptly di chiara origine latina?

Grazie al lettore Salvatore Rinaldi per il prezioso suggerimento.

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Bèlle-ggènje (de)

Bèlle-ggènje (de) loc.id. = All’improvviso, subitamente, stranamente.

Indica una repentina azione compiuta senza logica, fuori da ogni aspettativa, in modo del tutto incoerente. Una decisione, un’azione cervellotica.

Giuànne, de bèlle-ggènje, c’jì fecchéte jìnd’a chése e c’jì mìsse a gredé accume a ‘nu pacce! = Giovanni, improvvisamente, si è infilato dentro casa mia e si è messo ad urlare come un pazzo.

E mmò che tte vöne? De bèlle gènje, te mìtte a chjànge pe ssènza njinde?= Ed ora che ti prende? improvvisamente ti metti a piangere senza alcun motivo?

Sinonimi:

  • allicsabbrótte = ex abrupto
  • nzìcchete-‘nzìcchete = inaspettatamente.
  • alla secherdune = di sorpresa.
  • tutte ‘na vòlte = repentinamente, tutto d’un tratto.

 

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Bèlle-e-fàtte 

Bèlle-e-fàtte loc.id. = Approntato, preparato, allestito.

Si intende designare un prodotto posto in vendita già ultimato.

Ora in italiano si usa per gli abiti l’espressione francese prêt-à-porter = pronto da indossare. È un barbarismo, o se vogliamo essere indulgenti, un prestito, come würstel, speck, weekend, ecc….Non voglio fare il purista.

Talora si usano, come sinonimo, le locuzione fàtte-e-tótte e bèlle-e-prònde= fatto in tutto, completato, ultimato, pronto all’uso.

Ha’fatte tó ‘sti scavetatjille? No, l’agghje accattéte fatte-e-tótte = Li hai preparati tu questi biscotti al finocchietto? No, li ho comprati già fatti.

Stasöre ce mangéme ‘nu polle bèlle-e-fatte = Stasera ceneremo con un pollo rosolato comprato in rosticceria.

Nella nostra epoca frenetica, si consumano pietanze già precotte. Ma tu vuoi mettere una domestica spaghettata con le cozze? Le nostre donne passano mezza mattinata a prepararla, ma il risultato è cento volte superiore a quello ottenuto usando cozze sgusciate e surgelate…(blah!)

Posso accettare i turcenjille fatte-e-tótte ma crudi, fidandomi del macellaio sotto casa.

Quelli in vendita arrostiti alla brace (bèlle-e-prònde) nei chioschi vicino al Santuario di San Matteo, quantunque profumatamente invitanti, mi danno un senso di sporcizia (Ozz’ózze)

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Bèlle-bèlle 

Bèlle-bèlle avv. = Tranquillamente

In modo quieto, calmo.

Jì arrevéte Ze Pèppe, belle-belle, cìtte cìtte = e’ arrivato Zio Peppe, tranquillamente, zitto zitto.

In funzione esortativa: invito alla calma, alla riflessione, alla prudenza. non essere impulsivi, a restare tranquilli.

Uagnü, belle belle, nen ve pegghjéte còllere per senza njinde!= Ragazzi, calma, non vi adirate per un nonnulla.

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Bèlle e bùne

Bèlle e bùne loc.id. = Inaspettatamente

Si usa per indicare un evento che si presenta inatteso, all’improvviso, di sorpresa, repentinamente, per lo più con risvolto negativo.

Stèveme jucànne ai càrte, e Mattöje belle e bùne cadètte dalla sèggje = Stavamo giocando a carte (quando) Matteo all’improvviso cadde dalla sedia.

Simile a tutte ‘na vòlte = tutto d’un tratto (che può volgere al positivo).

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Beföne

Beföne s.m. = Malattia del frumento.

Stagonosporiosi o Carbone del frumento.

Per estensione, se qualcuno mostra di sragionare, si addita come uno che töne ‘u beföne ‘nde la chépe = ha il marcio nel cervello.

Più pittoresca la frase : tòcche de beföne = ha un tanfo di marcio (nella testa)

Viene chiamato così anche il tanfo di muffa che si avverte nei locali umidi: föte de beföne = puzza di muffa.

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Bedèlle

Bedèlle s.m. = bidello, bidella.

Chi è addetto alla pulizia dei locali scolastici e alla sorveglianza degli allievi.

E’ diventato un soprannome azzeccato.

Ora si chiamano operatori scolastici.

Ricordo Castigliego ‘u bbedèlle

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Becchetjille

Becchetjille s.m. = Pizzetto

Barba tagliata a punta o arrotondata sul mento e rasata sulle guance.

Nell’esempio (foto dal web) è raffigurato ‘u becchjille di Leonardo Di Caprio.

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