Assuzzé v.t. = Uguagliare, appianare, livellare
Da questo verbo deriva l’aggettivo sùzze (←clicca) = uguale nel raffronto tra due o più soggetti.
Per esempio: tagliare dei paletti di una recinzione tutti alla stessa altezza.
Oppure recidere i gambi dei fiori, nel comporre un mazzo, per pareggiarli nella parte terminale.
O anche livellare le asperità di una qualsiasi superficie (un campo o un pavimento o una panca).
Usato ironicamente assuzzé significa rimpinzarsi. Insomma assumere un cibo dapprima ritenuto eccessivo per la capacità ricettiva del proprio stomaco, ma poi compiacersi per l’avvenuta degna collocazione.
Stamatüne me sò assuzzéte döje farréte! = Stamattina mi sono collocato due farrate (…nello stomaco)!.
Anch’io non sono riuscito a capire da dove sono arrivate, nel nostro dialetto, le voci “assuzzé” e “sozze”.