Capé (o Capéje) v.t. = Scegliere
Individuare, selezionare tra più cose in base a determinate caratteristiche di utilità per un fine, di convenienza in una circostanza, di idoneità ad un uso.
Generalmente si sceglie nel mercatino, tra i frutti della stessa specie, quelli che all’apparenza sembrano più sani e grossi, con disappunto del venditore che talvolta – come nella foto – esplicitamente vieta questa tendenza.
Tuttavia, ho sentito io stesso un vivace fruttivendolo che imboniva:
“Quande so’ bèlle i manderüne! Capéte, capéte! Jògge putüte capé! . Poi ripeteva in “italiano” per i forestieri che magari non potevano capire il dialetto: “Oggi potete capàre!” Oggi potete scegliere, ma gli altri giorni no. Evidentemente non c’era bisogno di scegliere, perché i suoi mandarini erano tutti della stessa grossezza.
Te lu si’ capéte da jìnd’u mazze a ‘stu bèlle jaròfene!= Te lo sei scelto dal mazzo (di fiori) questo bel “garofano”!
Questa frase figurata, certamente detta in tono sarcastico e di rimprovero, veniva spesso rivolta a quella fanciulla che a suo tempo si era innamorata cotta di un mascalzone, e che ora sta passando delle tribolazioni a causa delle intemperanze di questo “garofano”.
Senza nulla togliere alla bellezza del fiore, credo che in questo caso la valenza negativa del garofano sia derivata dalla sua somiglianza con il cognome Garofalo, il “cattivo”, l’insidiatore di fanciulle ingenue, il ricattatore, il truce, in quei film di amore-gelosia-sangue, quei drammoni che tanto piacevano alle nostre nonne.
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