Ostia-chjöne

Ostia-chjöne s.f. e sopr.= Ostia ripiena

(foto Nicola Muscatiello)

È un dolcetto tipico garganico e della intera Capitanata

Tra due cialde (sfoglia di farina impastata, non lievitata, cotta entro appositi stampi) si stende uno strato a caldo di mandorle tostate e caramellate con zucchero e miele.  Se le mandorle si pongono a raffreddare a mucchietti su un piano di marmo si ottengono le cosidette mènele atterréte (←clicca)

Secondo me le due cialde che formano il “sandwich”, essendo del tutto insapori, hanno solo la funzione di evitare che le mandorle appiccicose imbrattino le dita quando si porta questa delizia alla bocca.

Soprannome locale: ricordo Lorenzo Castriotta, ex flicorno soprano della locale banda cittadina, corso Manfredi, angolo via dei Celestini. Suonava l’armonium in Chiesa nelle funzioni liturgiche.

L’amico Lino Brunetti ricorda simpaticamente che Lorenzo Castriotta, aveva la moglie di nome Caterina. I due ebbero due figli laureati in medicina: venivano perciò chiamati, affettuosamente, Lorenzo e Caterina de’ Medici.

 

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2 Comments

  1. Commenti ricevuti:
    Lino Brunetti
    Lorenzo Castriotta, la cui moglie si chiamava Caterina, ebbero due figli laureati in medicina: venivano perciò chiamati, affettuosamente, Lorenzo e Caterina de’ Medici.L

    Lorenzo Castriotta

    Sono Lorenzo Castriotta nipote del vero maste Lorenze Ostia-chjöne mio nonno, che faceva il calzolaio di professione ma siccome amava la musica cantava spesso in chiesa e suonava nella banda del paese il flicorno soprano.

    Io sono il figlio grande, del dott. Ruggiero Castriotta, per motivi di lavoro mi sono trasferito a Rimini, però conservo gelosamente l’attrezzo per fare le ostie ripiene di nonno, quello originale, e il suo organo a fiato con cui suonava e cantava nelle varie chiese cittadine. Ricordo quella del Carmine, San Matteo San Domenico e anche nella Chiesa del cimitero. Spesso ho accompagnato nonno nelle sue messe cantate.

    Tonino

    Ricordo benissimo tuo nonno quando veniva a suonare alle funzioni celebrate dal rev. don Lorenzo Cuccia a Monticchio in un sottano adibito a Chiesa. Ovviamente mastro Lorenzo con l’armonium e con la sua bella voce impostata animava la liturgia ogni domenica. Parlo degli anni dell’immediato dopoguerra e almeno fino al 1951.  Successivamente fu costruita l’attuale chiesa di San Michele, credo prima del 1957/58, ma non l’ho sentito suonare in quella chiesa.   Lorenzo ostia-chjöne, personaggio simpatico a amabile a tutto tondo, dai tratti signorili: un vero artista.

    Lino Brunetti

    In quel sottano a Monticchio, adibito a Chiesa, io ci andavo qualche volta per cercare mia nonna che, insieme ad altre donne del vicinato, provvedeva a lavare il pavimento o a spolverare.
    Mia nonna abitava e vendeva la frutta subito dietro l’angolo.
    Negli anni ’60 ho spesso ascoltato la Messa nella chiesa del Cimitero, cantata e suonata dal grande Lorenzo il Magnifico!
    C’arrezzecavene ‘i carne!

    Tonino

    Tua nonna, la simpatica Mariànne ‘a patetére, via Pompeo Sarnelli 37 o 39, angolo via Nazario Sauro, aveva un concorrente temibile: Lunàrde ‘u carvunjire.  Costui era avvantaggiato perché oltre al negozio su via Principe Umberto (vicino alla farmacia Squillante), andava in giro come ambulante col suo carrettino a vendere la sua mercanzia.  Erano solo in due in tutta Monticchio a vendere la frutta.

    Lino Brunetti 

    Per Tonino:
    Confermo tutto, tranne Lunarde di cui non sapevo l’esistenza.

    Per Lorenzo Castriotta:
    di fronte all’abitazione di tuo nonno Il Magnifico c’era lo Studio del fotografo Ciro Renato, passato a miglior vita da pochi giorni.
    Il quello studio, specie la mattina, ci si incontrava tra diversi amici, tutti con lo scopo di fare una telefonata che, allora, non si pagava, c’era solo l’abbonamento fisso, e non ancora c’era la teleselezione. Prima o dopo la telefonata si aiutava il fotografo a mettere a posto i negativi o a tagliare i bordi delle foto,
    il tutto fra chiacchiere e barzellette tra giovani, e tuo nonno si affacciava ogni tanto a raccontare o farsi raccontare i fatti del giorno.
    Entrambi i suoi figli medici esercitavano a quell’epoca (primi anni ’60)in località lontane dal paese. Non so se fosse tuo padre o l’altro fratello medico che ebbe poi il trasferimento e si avvicinò.Qualcuno chiese a Lorenzo se la notizia fosse esatta e lui rispose:
    – Si, mio figlio Dottore adesso ha tutta La Serpa (località di Manfredonia)in mano!
    E un paio dei giovanotti:
    – E che jì? Sanpaulere?

  2. La casa dei miei (Castriotta) è al corso, proprio all’angolo di quella al pianterreno, dove abitava Lorenzo, e da piccolo ci bazzicavo qualche volta. Partecipava attivamente alle messe della chiesa della Madonna del Carmine e sull’uscio di casa soleva spesso dire “beata la pancia di mia moglie Caterina, che mi ha dato 2 figli dottori”. Siccome anche io ho oggi le stesse sue soddisfazioni, spesso scherzosamente (sono nù sfrekande nel senso buono) prendo in giro mia moglie (Vittoria), parafrasando le sue parole , e alla fine insieme lo ricordiamo.


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