Murtavjille s.m. = Bertavello
È detto anche: Bartevello, Bertovello, Bertuello, Tofo, Cogol, Maranese.
Si tratta di un tipo di rete da pesca da posta, a camere multiple cilindriche con i separatori a forma di cono, usato generalmente per la cattura delle anguille.
Esso reca all’interno delle “pareti” aperte che consentono alle anguille di entrarvi, attratte da un’esca come ad es. un granchio, ma non permettono più di uscirne.
Questo dimostra che il cervello degli umani (a volte) funziona meglio di quello degli animali.
«La sua esistenza si deve ai pescatori di Marta (Viterbo), da cui ne deriva appunto il nome, paese caratterizzato dal commercio ittico e affacciato sulle sponde del bel Lago di Bolsena» (da Wikipedia).
Mio padre raccontava che una volta andavano a lavorare in agricoltura alla “stagione dell’aia” (ossia al tempo della trebbiatura), anche i pescatori in quanto c’era gran bisogno di mano d’opera.
Per un mesetto si facevano ingaggiare muratori, pescatori, sellai, falegnami, ed altri artigiani, perché la paga era allettante.
Nelle campagne litorali (Sciale Frattarolo, Sciale Garzia ecc.) c’erano dei canali di scolo, stretti e poco profondi, detti “marane” attraverso i quali risalgono le anguille femmine provenienti dal mare forse in cerca di cibo o per deporre le uova. Quegli operai, premuniti di murtavjille, avevano di che prepararsi la cena a fine giornata.
È noto che le anguille vivono indifferentemente in acque dolci, salmastre e salate.
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