Mùgghje s.m. = Groviglio di alghe. Involto bagnato.
1) Groviglio di alghe che si ritrova nelle reti issate a bordo dopo una battuta di pesca a strascico.
2) Fagotto di stracci ben inzuppato di acqua. Usato, ad es. per pulire della tempera in eccesso quando si dipingono le pareti.
Più spesso definisce una specie di goliardico gavettone, che non inzuppava del tutto la persona oggetto dello scherzo, ma aveva l’effetto più tenue di inumidirlo soltanto, salvo a farlo stramazzare tramortito al suolo come conseguenza del lancio dal terzo piano….
Nei cantieri edili, in mancanza di stracci, si intrideva nell’acqua un sacchetto vuoto, uno di quelli usati per imballaggio del cemento in polvere.
Talvolta veniva caldamente invocato, con un urlo straziante, in altre circostanze. Per esempio se qlcu elegantissimo si presentava sulla spiaggia, o voleva fare il saputello in una combriccola di giovani spensierati: ‘Nu mùuuuughje!!!
Ossia: Adesso ci vorrebbe un grosso fagotto di stracci ben inzuppato di acqua, in modo che sia scaraventato sulla faccia di questa persona inopportuna. Difatti costui non ha capito niente dalla vita, ed ora si mostra estremamente invadente. Colpendolo adesso viene simbolicamente “abbattuto”.
Potenza di sintesi del dialetto!
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