Freché la ’mbìgne loc.id. = Fare la pelle, uccidere.
Generalmente questa locuzione viene pronunciata quale serissima minaccia verso un interlocutore che si comporta o mostra di comportarsi in maniera estremamente scorretta.
Cmq nessuno, dicendo questo, vuole veramente uccidere il contendente. Piuttosto gli esprime così una minaccia, un forte monito a comportarsi correttamente.
La mbìgne è una parte specifica del cuoio della scarpa, ossia la tomaia.
Quindi freché la ‘mbigne equivale a “sciuppé ‘u còrje” = estirpare il cuoio, fare la pelle, come la locuzione verbale in italiano.
Viene usato anche scherzosamente nel raccontare una solenne bastonatura, equivalente a fé ‘nu paliatöne, o fé ‘na frechéte di mazzéte.
Commento di Sator.
“Riporto qui la descrizione fatta in FRANCESISMI NEL DIALETTO NAPOLETANO di ALESSIA MIGNONE:
‘mpigna f. “tomaio; guiccia di scarpa; guiccia dello zoccolo fatta
ordinariamente di una larga striscia di cuoio” (D’Ambra 1873;
Altamura 1968; Andreoli 1887), ‘mpegna (D’Ascoli 1990).
Dal fr.a. empigne f. (manuscript de Lille, FEW 8, 103) “pièce de
cuir d’un soulier”; comp. con prefisso di pigne (fr.a.; dal sec. XII al
XVII, BlWbg s.v. peigne), dal lat. PECTINEM (accusativo di PECTEN).
La voce è passata ai dialetti meridionali (cfr. abr., cal., salent., sic.
mbigna, mpi- DAM, NDC, VDS,VS) e allo sp. empeine, cat. empeyna,
port. enpenha (REW 6328; Faré).
Tonino:
Bravo Sator! Hai trovato l’etimologia di
“‘mbigne”. Come tanti altri termini della nostra parlata c’è la derivazione francese.
Grazie. Non voglio modificare l’articolo. Basta il tuo intervento!