Fé tànde jind’u màzze loc.id. = Sfacchinare, sgobbare
Compiere un lavoro pesante, faticoso.
L’espressione è un po’ volgare, e viene pronunciata con inflessione marcata per lamentarsi della fatica fatta o in corso d’opera.
È accompagnata da un gesto eloquente per chiarire all’interlocutore quanto significhi quel “tanto”, unendo i due pollici e i due indici delle mani formando un cerchio.
Metaforicamente il cerchio indica il diametro del “mazzo”, dilatato per gli sforzi.
L’espressione pittoresca usa mazzo al posto del nostrano cüle, ricorrendo alla teminologia foggiana, o meglio napoletana.
Ricordate i tifosi napoletani che cantavano allo stadio, riferendosi a Maradona? Ce sìmme fàtto ‘o mazzo tanto pe l’avé! = abbiamo fatto un grosso sforzo per averlo noi il “Pibe de Oro”. Presumo sforzo finanziario dopo estenuanti trattative.
Insomma la fatica fisica – e anche quella di natura fiunanziaria – dilata gli sfinteri.
Per completezza di informazione cliccate sul sinonimo škuméje.
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