Abbönecónde

Abbönecónde avv. = infine, insomma

La traduzione letterale sarebbe “a buon conto”; in italiano si potrebbe usare la locuzione “ad ogni buon conto” o anche “morale della favola”, “alla fine”, “in fin dei conti”.

Il lodato vocabolario on line Sabatini-Coletti definisce come congiunzione testuale: “conferisce valore riassuntivo e conclusivo a una frase con sequenza di discorso rispetto a quanto detto in precedenza” Basta così, altrimenti questo mio lavoro rischia di diventare un trattato scientifico, cosa che assolutamente non è nelle mie intenzioni!!!!

Abbönecónde vù avì sèmpe raggiöne tó! = Alla fine vuoi sempre aver ragione tu!

Abbönecónde ‘stu capacchjöne uà fé cüme düce jìsse = Alla fine questo testone deve fare a modo suo (come dice lui)!

Abbönecónde, facjüme cüme e cazzöne, da turte a raggiöne = Morale della favola, pare che ora stiamo facendo come “cazzone”, il quale pur avendo torto marcio è riuscito ad aver ragione.

Esiste anche una forma molto più più antica, ormai del tutto desueta, che riporto in questo articolo solo per ricordarlo, cioè: abbönesüje o anche abbunesüje= ebbene sia (sia come tu mi dici, non mi va di replicare). Abbönesüje te vògghje avì crèdete = Alla fine voglio crederti (basta che finisca qui la disputa).

Chi rótte, chi sfascéte, chi arrepezzéte: abbönesüje nen ce stöve na cöse accüme i crestjéne = Chi rotto, chi sfasciato, chi rattoppato: insomma non c’era una sola cosa fatta per bene (come i “cristiani” nel senso di fatta a regola d’arte)

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